Fabrizio Corona non molla. L'ex re dei paparazzi torna a parlare di calcioscommesse fermandosi con i cronisti fuori dal Tribunale di Milano, dove è atteso davanti alla Sezione misure di prevenzione che dovrà decidere se disporre per lui la sorveglianza speciale per un anno e sei mesi.
«Il calcioscommesse non è finito, ma la legge italiana è così, il processo è sospeso e tra un paio di anni ne risentiremo parlare - dice Corona - I nomi non sono usciti tutti, è coinvolta mezza serie A, ma va così quando c'è di mezzo la Juve». Che però, per onor di cronaca, è l'unica in Italia ad aver visto un proprio giocatore squalificato per quasi un anno (Fagioli, che rientrerà in campo tra meno di un mese).
Per le sue affermazioni è stato indagato dalla Procura di Milano con l'accusa di diffamazione ai danni di alcuni calciatori che aveva tirato in ballo nella vicenda e che l'hanno querelato.
La sorveglianza speciale
«Dopo la sentenza sul fine pena con questa udienza di oggi, se andrà bene, potrò andare a chiedere nuovamente il passaporto per diventare famoso negli Usa, come non lo so, ma diventerò famoso», ha detto Corona. Lo ha detto Fabrizio Corona, tornato in Tribunale a Milano, parlando coi cronisti prima dell'udienza davanti alla Sezione misure di prevenzione che dovrà decidere se disporre per lui la sorveglianza speciale per un anno e sei mesi.
«Sono ancora qui - ha detto l'ex agente fotografico, 50 anni da poco compiuti -. Ogni giorno in Tribunale, oggi è una udienza importante, mi aspetto oggettività, nel 2011 mi diedero la sorveglianza come ai criminali. Ho due cavolate di processi in corso e questa udienza».