Ascoli, rapina aggravata nella villa di Borgioni: l'ex moglie e cognato patteggiano la pena. Tre anni e 4 mesi per la donna

Rapina aggravata nella villa di Borgioni: moglie e cognato patteggiano la pena. Tre anni e 4 mesi per lei, poco meno al fratello
Rapina aggravata nella villa di Borgioni: moglie e cognato patteggiano la pena. ​Tre anni e 4 mesi per lei, poco meno al fratello
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 15:07

ASCOLI  - Per la Procura di Ascoli, Roberta De Berardinis e il fratello Danile, hanno architettato la rapina in villa ai danni del marito, l'imprenditore ascolano Maurizio Borgioni. Per questo motivo, lo scorso agosto sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata. Ieri mattina, Roberta De Berardinis ha patteggiato una pena a tre anni e quattro mesi di reclusione. Con lei, allo stesso modo, anche il fratello ha chiesto il patteggiamento a tre anni, un mese e dieci giorni di carcere. 

 
L’indagine


Gli investigatori sono giunti a loro a seguito della denuncia presentata dal re del cartone dopo che la sera del 27 aprile 2023 aveva subito una rapina in villa.

Quella sera, mentre rientrava a casa, Borgioni fu affiancato da due persone che si spacciarono per militari della Guardia di Finanza. I due indossavano pettorina e cappello con scritta e simboli delle Fiamme gialle e dissero all’industriale di dover procedere a un’ispezione fiscale. Una volta all’interno della villa, però, costrinsero l'imprenditore ad aprire la cassaforte e a farsi consegnare oltre diecimila euro in contanti e un Rolex. Per gli inquirenti, Roberta De Berardinis, sebbene in fase di separazione, avrebbe architettato la rapina per attuare una sorta di vendetta verso il marito che nel frattempo aveva intrapreso un’altra relazione sentimentale. 


La vendetta


Da qui, sempre secondo quanto sostenuto dalla Procura, la donna con la complicità del fratello, avrebbe architettato il colpo nella villa dell’imprenditore. Nel corso dell'attività investigativa, i carabinieri di Ascoli hanno raccolto seri indizi di colpevolezza nei confronti dei due fratelli e di un terzo complice, il tarantino Ivan Mele per i quali il 4 agosto dello scorso anno scattarono le misure cautelari in carcere. Per un quarto indagato, un dipendente dell’azienda di Borgioni, invece, non venne richiesto nessun provvedimento cautelare. Ad incastrarli, le intercettazioni telefoniche e le triangolazioni delle chiamate intercorse tra loro, oltre alle immagini delle telecamere di videosorveglianza registrate all’interno della villa che avrebbero ripreso movimenti sospetti della donna. Ieri mattina, i difensori dei fratelli De Berardinis (gli avvocati Stefano Chiodini per la donna, Leonardo Grossi e Alessandro Mariani per Danile) hanno avanzato alla giudice Barbara Caponetti la richiesta di patteggiamento per i rispettivi assistiti che è stata accolta.


I domiciliari


In attesa della definizione del provvedimento, intanto, Roberta De Berardinis rimarrà agli arresti domiciliari nell'abitazione della sorella dove si trova da quando è uscita dal carcere di Castrogno di Teramo. «Volevamo mettere un punto su questa triste vicenda - ha commentato l'avvocato Stefano Chiodini -. L'importante, in questo momento, era voltare pagina e gettarsi tutto alle spalle; poi, nelle prossime settimane valuteremo il da farsi». Anche Daniele De Berardinis, nel frattempo, rimarrà agli arresti domiciliari. È invece recluso nel carcere di Taranto, dove è stato rinchiuso per un'altra causa, il terzo complice, Ivan Mele, mentre gli inquirenti starebbero ancora cercando un altro complice che avrebbe partecipato alla rapina dell'industriale. 

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