Pure il premio Nobel per la fisica Parisi posta i palloni della chiesa di San Tommaso

Pure il premio Nobel per la fisica Parisi posta i palloni della chiesa di San Tommaso
Pure il premio Nobel per la fisica Parisi posta i palloni della chiesa di San Tommaso
di Marco Vannozzi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 31 Marzo 2022, 07:45

ASCOLI - Sta spopolando sui social l’immagine della chiesa di San Tommaso. Virale sul web diventa la foto dei lavori propedeutici al restauro, dopo le lesioni dovute al terremoto del 2016: dal tetto del monumento religioso una cascata di palloni di ogni epoca. Super Tele, Etrusco, il mitico Tango. Ce n’è per tutti i gusti, addirittura uno risalente al Mondiale argentino del 1978: veri e propri cimeli, simbolo di un tempo che fu, quando tanti ragazzi trascorrevano interi pomeriggi a sfidarsi l’uno contro l’altro. Apparsa sul gruppo Facebook “Sei di Ascoli se...” , l’immagine in poche entra nel cuore di tanti. 


Ieri un vero boom: tutte le emittenti radio e tv nazionali ne parlano, poi le pagine e profili più importanti riprendono la notizia.

I social impazziscono, la città delle cento torri si prende la scena. Il premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, ricondivide: «Dalla pulizia del tetto emergono generazioni e generazioni di palloni da calcio smarriti lassù. Bellissimo», scrive sui suoi profili. Si fa sentire anche l’assessore allo sport Nico Stallone.

«Quei palloni sono la testimonianza di un calcio che si giocava nelle piazzette italiane, nei campetti delle parrocchie, dove bambini e ragazzi si incontravano per tirare calci sognando di diventare un campione: e molti ci sono davvero riusciti a coronare questo desiderio. Immagino il dispiacere di chi non ha potuto recuperarlo a suo tempo, anche perché non ce n’erano tanti a disposizione. Ma erano comunque bei tempi e tornare a giocare un po’ di più in strada chissà che non possa far bene alla socializzazione dei ragazzi e al calcio italiano», commenta Stallone. Il segretario provinciale del Partito democratico, Francesco Ameli, è stato tra i protagonisti del cosiddetto rilancio sui social.

«È l’immagine di un calcio romantico che oggi non c’è più. Io come tanti sono cresciuto sotto i palazzi di Monticelli. Ed ho trascorso ore ed ore a giocare insieme ai miei amici lì, dando i calci ad un pallone. Invito tutte le famiglie a far uscire i ragazzi, anziché lasciarli in casa davanti ad uno schermo, in una realtà virtuale e sempre meno sociale – afferma Ameli -. Dopo la mancata nomina a Capitale italiana della Cultura, potrebbe essere un piccolo segnale che regala speranza: Ascoli ha tante cose da raccontare. Chissà che non sia anche di buon auspicio per tanti giovani calciatori ascolani di oggi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA