OSIMO «Mamma, ho paura. Mi compri lo spray al peperoncino?». Il peso di quella frase, pronunciata da una studentessa dell’IIS Laeng-Meucci, è arrivato dritto allo stomaco, come un pugno. Rivelando un disagio che serpeggia da mesi tra i corridoi delle scuole, le piazze, gli autobus.
Il gruppetto
Un’inquietudine innescata «dal solito gruppetto»: quattro, cinque ragazzi e almeno due ragazze che si muovono tra Castelfidardo e Osimo, lasciandosi dietro una scia di prepotenze, danneggiamenti e tensione. «Quando le ho chiesto il motivo, mia figlia mi ha confidato diversi episodi che mi hanno profondamente turbata», racconta la madre. «E se capitasse a me, mi ha detto, cosa faccio?». Il fatto più grave è avvenuto davanti alla scuola, nel parcheggio dell’istituto San Carlo di Osimo. «Una studentessa del primo anno è stata accerchiata: l’hanno spintonata, presa per i capelli, poi picchiata». Solo l’intervento di alcune ragazze del quinto ha evitato il peggio. «Ma una delle bulle, a quel punto, ha tirato fuori un coltello. Non è più una bravata – lamenta la mamma –. Sta diventando una minaccia seria, concreta». Una deriva che inizia a fare davvero paura. Nei giorni successivi, la figlia «ha notato i carabinieri girare vicino alla scuola. Non sappiamo però se siano stati presi provvedimenti. Il mio timore è che, senza risposte concrete, certe scene possano ripetersi».
Gli autobus
Stessa comitiva, stessa arroganza anche a bordo di un autobus. «Hanno preso a bersagliare con un pallone la testa di un ragazzino più piccolo. Chi sedeva vicino ha chiesto all’autista di intervenire, ma non c’è stata la reazione che ci si aspettava, e loro hanno continuato indisturbati». Un altro fatto, invece, l’ha vissuto in prima persona a Castelfidardo. «Ero ferma con l’auto a Porta Marina – prosegue – e ho visto quel branco accanirsi su un anziano seduto su una panchina. Lo infastidivano, lo deridevano, lo umiliavano. Non potevo restare in silenzio a guardare. Ho alzato la voce, li ho richiamati». In risposta «si sono avvicinati alla macchina con fare aggressivo: «Perché, cosa ci fai? Siamo minorenni. Tu non puoi farci niente, ma noi sì a te». Solo la minaccia di chiamare la polizia locale li ha fatti allontanare.
I precedenti
A rendere il clima ancora più teso, le serate alle giostre di via XXV Aprile, già teatro del tentato furto ai danni di un minore. «Stavano tirando sassi contro le auto in sosta - riferisce la donna -. Ero assieme ad altri adulti. Quando li abbiamo rimproverati, ci hanno riso in faccia». In quei giorni, decine di vetture sono state rigate, senza alcuna ragione. Alcune attività commerciali della zona sono state costrette a ricorrere alla vigilanza privata, esasperate dall’escalation e dalla assenza di deterrenti efficaci. A completare un quadro già allarmante, il senso di impotenza diffuso. «Purtroppo presidi, conducenti e genitori hanno le mani legate. Devono intervenire le forze dell’ordine e il sindaco in primis», conclude la mamma, lanciando un appello alle istituzioni. Intanto, martedì in consiglio comunale sarà discussa l’interrogazione presentata dal consigliere Cingolani (FdI) per chiedere misure urgenti contro le baby gang.