Assalto sull'A14 a portavalori diretto a Jesi
Racconto choc di testimone marchigiano

Assalto sull'A14 a portavalori diretto a Jesi Racconto choc di testimone marchigiano
di Emanuele Coppari
4 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Giugno 2016, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 11:52

JESI - Era atteso a Jesi ma è stato bloccato in autostrada in un inferno di piombo. Faceva rientro da Pescara con i soldi, un tesoro di un milione e 800 mila euro, la somma degli incassi dei supermercati, ma il viaggio è finito sull’asfalto dell’A14 trasformata nel set di un thrilling. Quella di mercoledì sera però era una drammatica realtà. L’assalto al furgone è scattata poco prima delle 22 tra i caselli di Mosciano e Val Vibrata della A14 nel teramano. Il commando ha usato una tecnica consolidata, usata anche a Loreto il 30 settembre scorso. E’ stato un assalto militare.
 

 

La gang ha scelto un tratto di autostrada vicina alla zona artigianale di Mosciano per garantirsi una via di fuga. Ha piazzato bande chiodate sull’asfalto per bloccare il traffico e ha avvicinato il portavalori a bordo di un camion con rimorchio, messo di traverso. Poi il terrore ha assunto le fattezze dei banditi scesi in strada. Erano almeno in dieci, armati di kalashnikov. Con sangue freddo e senza scrupoli non hanno esitato a sparare contro le guardie giurate. Erano in tre asserragliate nel furgone dell’istituto Fitist appoggiato su un fianco. Sguardo crudele e bocca asciutta, il colpo della vita è andato a vuoto. I quasi due milioni abbandonati perché il tettuccio del mezzo blindato ha resistito alla mola. Il disco si è spezzato, i malviventi non potevano più indugiare, sono dovuti scappare su tre auto distinte lasciando il denaro. Hanno appiccato le fiamme al Tir per coprirsi la fuga.  L’autostrada nel frattempo era inchiodata nel fermo immagine di un incubo.

La notte era squarciata dai lampeggianti delle ambulanze del 118, delle pattuglie di carabinieri e polizia. Scene da brividi, come quelli che scorrevano sulla schiena degli automobilisti inchiodati dal terrore. Lo ha vissuto in prima persona un agente di commercio anconetano. «Ero dietro un camion, si è bloccato e ho pensato che avesse forato - racconta -. Poi ho visto che dall’auto davanti usciva un uomo, aveva in mano un fucile. Il camionista davanti a me era atterrito». Il quarantenne sente ancora tremare le vene al polsi rivivendo quei minuti interminabili. Era su un camper, diretto nel Gargano per trascorrere il lungo ponte sul Gargano con la famiglia. A bordo c’erano anche le due figlie. «Per fortuna le bimbe dormivano».

Non dimenticherà presto quegli istanti drammatici che hanno avvolto in una cappa di paura l’autostrada rimasta bloccata per ore con chilometri di fila e di sgomento. E’ aperta la caccia al gruppo di fuoco che ha visto sfumare il piano studiato a tavolino. Il portavalori aveva raccolto i proventi dei centri commerciali di Città S.Angelo (Pescara) ed era i ritardo di 40 minuti sulla tabella di marcia. Secondo gli investigatori il colpo ricorda quello compiuto nei mesi scorsi vicino Cesena. Ed è un assalto fotocopia a quello di Loreto.

Uno degli agenti della Mondialpol è rimasto ferito dalle schegge ed è ricoverato in ospedale a Teramo mentre i suoi due colleghi sono sotto choc.  Il sindacato autonomo di vigilanza privata, tramite il segretario nazionale Vincenzo del Vicario, rimarca che «l’assalto al furgone pone sempre gli stessi interrogativi circa il trasporto valori, un’attività in cui il rischio per i lavoratori è notevolmente più alto rispetto alle pur ingenti somme trasportate». E chiede «se i sistemi di sicurezza del furgone abbiano funzionato, specie quelli che mediante schiume dovrebbero impedire l’asportazione del denaro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA