Governo-Whirlpool, c’è confronto
Ma la strada è ancora tutta in salita

Governo-Whirlpool, c’è confronto Ma la strada è ancora tutta in salita
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 07:50
FABRIANO - Riprende il confronto tra Governo e Whirlpool. Ma il dialogo si preannuncia tutt’altro che agevole, perché l’apertura manifestata ieri dalla multinazionale statunitense, tramite una lettera, viene considerata insoddisfacente sia dall’Esecutivo sia dai sindacati. 

Proprio ieri mattina, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli hanno incontrato le delegazioni di Fim, Fiom e Uilm, alle quali hanno riferito che Whirlpool è disposta a riprendere il confronto ed è pronta a considerare la sospensione della procedura di vendita dell’impianto partenopeo fino al 31 ottobre. Che la mossa del management del colosso americano sia ritenuta insufficiente è emerso subito con chiarezza, poiché lo stesso Patuanelli ha sottolineato che «i segnali avuti da Whirlpool e le esperienze pregresse non depongono a favore di un’interlocuzione serena. Il segnale di sospensione della procedura di cessione non è il massimo, avrei preferito l’interruzione. Tuttavia, in questa fase, è utile andare a vedere le carte in mano all’azienda». 
E una nota diffusa da Palazzo Chigi, ribadendo che «il Governo ritiene non soddisfacenti e non risolutivi i contenuti della lettera di Whirlpool», fa sapere che «Conte e Patuanelli hanno deciso di avviare un’interlocuzione con i vertici di Whirlpool per capire se ci siano ulteriori elementi di novità. E’ indispensabile sollecitare la multinazionale a fare chiarezza». 

Delusi anche i sindacati. «La semplice sospensione della procedura di cessione – osserva la Fiom – non è quello che serve per riaprire il tavolo. Whirlpool deve cambiare atteggiamento». Atteggiamento che in questi mesi ha creato apprensione in tutti i siti italiani di Whirlpool, incluso Fabriano. Il confronto tra il ministro Patuanelli e i vertici dell’azienda potrebbe avvenire nelle prossime ore, forse già entro stasera, ma per la Fiom «è necessario il rispetto dell’accordo siglato il 25 ottobre 2018 da azienda, sindacati e Governo. E quell’accordo parlava di investimenti, non di cessioni».
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