Urbino, badanti in spedizione punitiva: collega aggredita dentro l'ospedale

Urbino, badanti in spedizione punitiva: collega aggredita dentro l'ospedale
URBINO - Serata movimentata all’ospedale di Urbino per una lite tra alcune donne straniere. E come vuole l’era social l’intera concitata scena è stata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
URBINO - Serata movimentata all’ospedale di Urbino per una lite tra alcune donne straniere. E come vuole l’era social l’intera concitata scena è stata filmata con un telefonino.

Tre donne, domenica sera, hanno fatto irruzione in una camera dell’ospedale di Urbino insultando e minacciando anche fisicamente una collega,accusata di aver trovato un regolare impiego da assistente a un malato attraverso un’agenzia. Le protagoniste dell’aggressione sono tre donne di nazionalità marocchina, la loro vittima un’altra donna, anche lei straniera. È successo ieri sera attorno alle 21.
Entrate nell’ospedale si sono dirette subito dentro una stanza del reparto di medicina interna sapendo perfettamente dove rintracciare il loro bersaglio e hanno cominciato ad urlare «Che ci fai tu qua?» riferendosi alla badante di un paziente ricoverato, per poi passare addirittura alle mani. «Chi siete voi? Cosa volete? Le mani addosso non si mettono» ha risposto subito la donna piuttosto agitata dall’incursione.
Secondo quanto ha raccontato al Ducato un’altra testimone presente al momento dell’accaduto, sembrerebbe si sia trattata di una lite per l’impiego. La donna aggredita è iscritta regolarmente in un’agenzia per il lavoro, grazie alla quale svolge la sua attività di assistenza agli anziani. Le altre tre, che reclamavano il suo posto, invece, avrebbero sempre svolto lo stesso lavoro ma in nero. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico