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ANCONA - Ancora un’assoluzione. E l’en plein è servito. Ora il conto con la giustizia è definitivamente chiuso. «Questo era il trentaquattresimo processo, non ho mai subito una condanna. D’altronde, ho sempre operato nel giusto». La riflessione di Luciano Lucchetti, ex ingegnere capo del Comune, è arrivata nella tarda mattinata di ieri, dopo la sentenza emessa dal giudice Tiziana Fancello: «Il fatto non sussiste» la formula usata per decretare la trentaquattresima assoluzione per l’ex dirigente, andato in pensione nel 2017. «Finalmente si è chiuso il cerchio» ha detto il recordman di processi Lucchetti, assistito dall’avvocato Roberto Tiberi.
L’ultimo ostacolo
L’ultimo fardello era rappresentato da una vecchia questione: il restyling delle panchine di piazza Cavour che, stando alla prima ipotesi accusatoria, era stato portato avanti in maniera illecita.
La seduta era stata esposta al Mig (Museo Italiano della Ghisa di Longiano) e poi sequestrata per conto della procura dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio. Dopo il restauro, le altre quattro panchine storiche sono state riconsegnate e collocate ai lati della piazza. La quinta, dopo aver lasciato il museo, si trova ora esposta in pinacoteca. Si è arrivati al dibattimento poiché Lucchetti si era opposto al decreto penale di condanna (4.800 euro) emesso dal giudice per la violazione del Codice dei Beni Culturali. Il restauro delle panchine era stato previsto dal Comune in occasione del rifacimento della nuova piazza, inaugurata nel luglio del 2016.
Gli altri processi
Nel processo che si è concluso ieri mattina, anche la procura aveva chiesto l’assoluzione per Lucchetti. L’ingegnere 73enne è reduce da altri procedimenti. Tra gli ultimi, quello relativo alla scalinata sfregiata del Passetto a causa del passaggio di un bobcat e quello incardinato da alcuni residenti di piazza Cavour per i rumori molesti portati dagli autobus. Molti altri si riferivo a cause per lesioni stradali patite dai cittadini.
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Corriere Adriatico