Urbino, la città delle nascite: ecco perché nell'ospedale ducale arrivano a partorire anche dalla Romagna

Continuano ad aumentare le nascite nell'ospedale di Urbino, foto tratta dal Web
URBINO  - Capacità e umanità: in una parola, eccellenza. Così mentre in tutta Italia calano le nascite l’Unità Operativa di Ostetricia e...

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URBINO  - Capacità e umanità: in una parola, eccellenza. Così mentre in tutta Italia calano le nascite l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Urbino si conferma invece un saldo punto di riferimento per le neo mamme di tutta la provincia e non solo. Nel 2020 sono stati registrati 628 parti, in netto aumento rispetto al 2019 quando le nascite erano state 569 e, in tempi pre-pandemia, erano già un dato capace di segnare una controtendenza storica: quella di chi, pur abitando sulla costa (anche romagnola), sceglieva l’équipe ducale per far nascere i propri figli, specialmente per parti ritenuti complicati. 

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«Numeri – commenta il sindaco Maurizio Gambini – che si pongono in contro tendenza anche rispetto al generale calo della natalità registrato nella nostra regione. Questo è il segnale del grande lavoro svolto dal direttore Leone Condemi e della sua équipe (dove spicca il dottor Vincenzo Trengia, ndr) che, nonostante le difficoltà causate dal covid e nonostante siano sotto organico, hanno saputo creare un gruppo affiatato e operativo, capace di far fronte alle esigenze di tutte le pazienti. Ciò dimostra quanto questa realtà urbinate sia ben consolidata sul territorio, in grado di dare un servizio efficiente alla città e alle aree interne, ma anche di dare un sostegno alla costa, riducendo così la mobilità passiva e incentivando quella attiva da fuori regione, dall’Emilia Romagna in particolar modo e dall’Abruzzo e Calabria per gli interventi chirurgici».

L’assessore alla Sanità Elisabetta Foschi segue con costanza l’andamento dell’Unità operativa e ne sottolinea i punti di forza riconosciuti e apprezzati: «L’équipe ha saputo riorganizzarsi al meglio per mantenere il reparto “pulito” da covid e consentire, così, ai papà di partecipare al parto e fare visite giornaliere. Inoltre è sempre stata garantita in totale sicurezza l’attività degli ambulatori ginecologici e ostetrici. È stato molto apprezzato dagli utenti il fatto che il giorno precedente gli appuntamenti le ostetriche hanno chiamato personalmente le pazienti facendo interviste sullo stato di salute e sottoponendole a test covid prima di entrare in reparto. Le pazienti individuate positive al virus sono state trasferite rapidamente all’ospedale covid di Pesaro, con il quale si è instaurata una buona collaborazione. L’estrema attenzione ai protocolli di sicurezza ha permesso anche di garantire le sedute operatorie per gli interventi oncologici e i casi più gravi. Infatti l’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia ospita anche la Senologia coordinata dal dottor Cesare Magalotti, che è sempre stata in attività continuando a seguire le pazienti oncologiche nonostante la minima riduzione dei posti letti a seguito dell’accorpamento con la Pediatria nell’ambito della riorganizzazione dovuta al covid».



Conclude il sindaco: «Dobbiamo lavorare per mantenere questo bel risultato e rafforzare sempre più il ruolo della nostra Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia a livello territoriale, perché, insieme alla Pediatria diretta dal dottor Gabriele Ripanti, ha le carte in regola per essere definita una eccellenza». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico