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ANCONA Rappresentano il punto di congiunzione tra le attività sanitarie e sociali. Quella rete territoriale che dovrebbe alleggerire i presidi ospedalieri. Ma la carenza cronica di personale sta rendendo il loro prezioso lavoro una corsa ad ostacoli senza fine. Parliamo dei distretti sanitari - 13 nel territorio marchigiano - che sono chiamati a garantire servizi di assistenza primaria con prestazioni di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e psicologico in particolare alle persone non autosufficienti che vivono a casa e che necessitano di interventi sanitari e sociosanitari domiciliari.
L’interrogazione
Ma la mancanza del numero adeguato di figure professionali sta mandando in apnea il servizio. A lasciar emergere la criticità è un’interrogazione del consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo, che sottolinea come, «pur essendo un servizio di livello essenziale e quindi da garantire, nella gran parte del territorio regionale molte prestazioni non vengono erogate». È la stessa Agenzia regionale sanitaria a certificare il problema: nella risposta al consigliere fa sapere come «un’indagine effettuata nel mese di dicembre dall’Ars confermi che le criticità e le eccellenze sono disperse a macchia di leopardo nel territorio regionale», con una «notevole differenza tra i servizi di cure domiciliari nei diversi distretti sanitari marchigiani».
Le falle
Più nello specifico l’Ars evidenzia come, per quanto riguarda la dotazione organica e le figure professionali coinvolte, «in quasi tutte le realtà il personale non è dedicato alle sole cure domiciliari ma afferisce a più servizi», «i medici specialisti sono spesso contattati al bisogno, come pure psicologi, dietisti ed assistenti sociali» e solo pochi distretti hanno questo personale dedicato alle cure domiciliari.
Le carenze
Una presa in carico parziale e a singhiozzo che ha un effetto domino sul sistema: «Troppo spesso purtroppo il ricorso alle strutture residenziali è determinato dall’inadeguato sostegno che ricevono le famiglie - punta il dito il consigliere dem - così come il rientro a domicilio dopo una malattia acuta che determina non autosufficienza si trasforma in abbandono terapeutico per la mancanza dei necessari sostegni sanitari e sociosanitari». La domanda sorge spontanea: quando saranno pronte anche le strutture finanziate con il Pnrr – 29 Case della comunità, 9 Ospedali della comunità e 15 Cot - con quale personale verranno rese operative, se già oggi la situazione è questa? Mistero.
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Corriere Adriatico