OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SAN BENEDETTO - «Una storia di coraggio, perseveranza e ricerca della verità». Lo sostengono gli avvocati difensori di una famiglia di San Benedetto assistita dallo Studio Legale Rossi, Copparoni & Partners, con gli avvocati Tommaso Rossi, Valentina Copparoni e Vanessa Marini che hanno portato fino in Corte di Cassazione il ministero della Salute in una lunga ed importante causa per risarcimento danni che hanno quindi fatto ottenere ai propri assisti.
La causa è stata intentata dai figli di una paziente deceduta a causa di un'epatite contratta tramite emotrasfusioni. «Emotrasfusioni - spiegano i legali -, che avrebbero dovuto portare sollievo e guarigione durante un intervento della signora all’ospedale hanno invece causato dolore, tragedia e morte dopo anni di indicibili sofferenze».
La Corte di Appello
«La Corte di Appello - spiegano i legali - riteneva provata la responsabilità colposa del Ministero, su cui gravava l'onere di svolgere un'attività di controllo e vigilanza circa la pratica terapeutica della trasfusione del sangue e dell'uso degli emoderivati, anche per l'epoca anteriore alla scoperta del virus dell'Hcv; Ministero che, dunque, doveva rispondere per omessa vigilanza dei danni conseguenti ad epatite e ad infezione da Hiv contratte da soggetti emotrasfusi». Contro questa sentenza, però, il Ministero è ricorso per Cassazione nel 2021, e la battaglia sembrava non terminare mai. Ma poche settimane fa, la Corte di Cassazione, respingeva il ricorso del Ministero, accogliendo totalmente le ragioni difensive portate dai legali della famiglia colpita dal lutto. È stato affermato dunque che in caso di patologie conseguenti ad infezione da virus Hbv, Hiv e Hcv, contratte a seguito di emotrasfusioni, la responsabilità è del Ministero della salute anche per quelle eseguite in epoca anteriore alla conoscenza scientifica.
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico