Urbino, la città delle nascite: ecco perché nell'ospedale ducale arrivano a partorire anche dalla Romagna

Continuano ad aumentare le nascite nell'ospedale di Urbino, foto tratta dal Web
Continuano ad aumentare le nascite nell'ospedale di Urbino, foto tratta dal Web
di Gianluca Murgia
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Domenica 28 Marzo 2021, 08:40

URBINO  - Capacità e umanità: in una parola, eccellenza. Così mentre in tutta Italia calano le nascite l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Urbino si conferma invece un saldo punto di riferimento per le neo mamme di tutta la provincia e non solo. Nel 2020 sono stati registrati 628 parti, in netto aumento rispetto al 2019 quando le nascite erano state 569 e, in tempi pre-pandemia, erano già un dato capace di segnare una controtendenza storica: quella di chi, pur abitando sulla costa (anche romagnola), sceglieva l’équipe ducale per far nascere i propri figli, specialmente per parti ritenuti complicati. 

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«Numeri – commenta il sindaco Maurizio Gambini – che si pongono in contro tendenza anche rispetto al generale calo della natalità registrato nella nostra regione.

Questo è il segnale del grande lavoro svolto dal direttore Leone Condemi e della sua équipe (dove spicca il dottor Vincenzo Trengia, ndr) che, nonostante le difficoltà causate dal covid e nonostante siano sotto organico, hanno saputo creare un gruppo affiatato e operativo, capace di far fronte alle esigenze di tutte le pazienti. Ciò dimostra quanto questa realtà urbinate sia ben consolidata sul territorio, in grado di dare un servizio efficiente alla città e alle aree interne, ma anche di dare un sostegno alla costa, riducendo così la mobilità passiva e incentivando quella attiva da fuori regione, dall’Emilia Romagna in particolar modo e dall’Abruzzo e Calabria per gli interventi chirurgici».

L’assessore alla Sanità Elisabetta Foschi segue con costanza l’andamento dell’Unità operativa e ne sottolinea i punti di forza riconosciuti e apprezzati: «L’équipe ha saputo riorganizzarsi al meglio per mantenere il reparto “pulito” da covid e consentire, così, ai papà di partecipare al parto e fare visite giornaliere. Inoltre è sempre stata garantita in totale sicurezza l’attività degli ambulatori ginecologici e ostetrici. È stato molto apprezzato dagli utenti il fatto che il giorno precedente gli appuntamenti le ostetriche hanno chiamato personalmente le pazienti facendo interviste sullo stato di salute e sottoponendole a test covid prima di entrare in reparto. Le pazienti individuate positive al virus sono state trasferite rapidamente all’ospedale covid di Pesaro, con il quale si è instaurata una buona collaborazione. L’estrema attenzione ai protocolli di sicurezza ha permesso anche di garantire le sedute operatorie per gli interventi oncologici e i casi più gravi. Infatti l’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia ospita anche la Senologia coordinata dal dottor Cesare Magalotti, che è sempre stata in attività continuando a seguire le pazienti oncologiche nonostante la minima riduzione dei posti letti a seguito dell’accorpamento con la Pediatria nell’ambito della riorganizzazione dovuta al covid».

Conclude il sindaco: «Dobbiamo lavorare per mantenere questo bel risultato e rafforzare sempre più il ruolo della nostra Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia a livello territoriale, perché, insieme alla Pediatria diretta dal dottor Gabriele Ripanti, ha le carte in regola per essere definita una eccellenza».

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