Civitanova una piccola Las Vegas a Macerata si gioca 5 volte meno

Civitanova una piccola Las Vegas a Macerata si gioca 5 volte meno
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IL REPORT
MACERATA Civitanova è la capitale marchigiana del gioco d'azzardo. Lo certifica l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Pubblicati i dati consolidati di spesa del giocato e di entrate erariali in relazione al 2018 suddivise per Comuni. Un risultato, per la città costiera, che non rappresenta una sorpresa ma una conferma. Ma, analizzando la provincia, si scoprono enclave di azzardo insospettabili, nascoste tra piccoli Comuni, alcuni devastati dal terremoto. In uno di essi, Muccia, l'unico caso di attivo: nel maggio 2018 è stata realizzata una grossa vincita con la quale si supera quanto speso (non poco per un microcomune).

Le medie
In altri, tipo Ripe San Ginesio, si può cercare la fortuna solo al lotto, ai gratta e vinci, alle lotterie nazionali e alcune slot (senza jackpot nazionale, quindi non videolottery). Eppure, si ha una delle più alte medie di soldi giocati in rapporto alla popolazione della provincia. Il capoluogo, invece, si conferma virtuoso. A Macerata si gioca cinque volte di meno rispetto a Civitanova. Ma meno anche di Tolentino e Corridonia. E, dunque, nessun allarme sociale per il gioco patologico. I numeri di Civitanova, invece, sono impressionanti, senza eguali nella provincia ma neanche nel resto della regione. Quasi un caso nazionale. È la Las Vegas delle Marche con tutto ciò che ne consegue: grandi incassi per il settore, investimenti in crescita (e pure posti di lavoro) ma anche tanta preoccupazione per gli effetti negativi: gioco compulsivo che sfocia nella patologia.
La spesa
In città nell'anno appena trascorso si sono spesi quasi 174milioni di euro in ogni tipo di gioco, lotteria o scommessa legale, portando oltre 16 milioni di euro all'erario (55 arrivano da tutta la provincia e oltre 243 dalle Marche). Significa che da sola Civitanova copre il 37,2% degli incassi registrati dai Monopoli in provincia: 173.972.792 euro su 467.256.194. In tutte le Marche nel 2018 si sono giocati quasi due miliardi: 1.909.720.938. La spesa (dunque escludendo le vincite) è stata pari a 448.491.675. Ma le piccole vincite al gratta e vinci, alle slot o alle videolottery, vengono quasi sempre rigiocate. La media di spesa per il gioco di ogni marchigiano è di 1.252 euro. In provincia di Macerata di più: 1,487,22 euro pro capite (dietro ai 1.530 euro di Fermo) con più di 467 milioni di spesa complessiva (dietro ad Ancona che ne ha quasi 512). Civitanova straccia tutti: ognuno dei 42.476 abitanti registrati al 31 dicembre 2018 si è giocato in media 4.095 euro e 80 centesimi l'anno scorso. Le possibilità non mancano certo, ci sono tutti i giochi compreso il Bingo, che nelle Marche ha solo due sale. L'altra è ad Ancona ma quella Civitanovese incassa quasi il doppio: 6,6 milioni contro 11,2.
La situazione
In termini assoluti, Ancona segue Civitanova per giocato con 147 milioni, quindi c'è Pesaro con 127, Fano 86 e San Benedetto con 83. In provincia di Macerata, invece, l'azzardo non è proporzionale al numero di abitanti. Dietro (distanziatissima) Civitanova c'è Corridonia (sede anche di uno storico ippodromo) con poco meno di 44 milioni e una media di spesa pro capite di 2.883 euro l'anno. Quindi Tolentino, Comune nel cratere, con 37,6 milioni e Macerata con 34. Ma le sorprese sono nei piccoli borghi. A Muccia, 878 anime, si sono spesi quasi 2,4 milioni, 2.731 euro pro capite. Gente di passaggio che arriva da fuori lavorando per il terremoto, ma dato che non si registra in altre località duramente colpite dal sisma. In alcune, magari, non ci sono neanche le ricevitorie. Altro paese dove fioccano scommesse e grattini è Montecassiano dove si sono spesi 16 milioni e mezzo (2.318 pro capite, terza per spesa dopo Civitanova e Corridonia) versando all'erario 1,7 milioni, gettito che i settemila abitanti forse non raggiungono in nessun altra tassa comunale. Non male neanche Esanatoglia con quasi 3 milioni e mezzo e neanche duemila abitanti.
Il caso

Tra i paesini con il vizio del gioco, anche l'insospettabile Ripe San Ginesio, 837 abitanti che in media mettono nelle macchinette quasi duemila euro ognuno l'anno. E non è un modo di dire: nel 2018 i ripani hanno giocato 1.662.920 di cui 1.630.165 nelle Awp (Amusement whit prizes), cioè le slot senza jackpot nazionale, quelle con scheda interna. Le altre 30 mila euro sono andate nelle lotterie istantanee (i grattini) e in quelle tradizionali (appena 813 euro). Ma la spesa per i videopoker è fuori da ogni media a Ripe San Ginesio.
Emanuele Pagnanini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico