Marche e turismo, ultima chiamata per stranieri e destagionalizzazione: adesso o mai più

Marche e turismo, ultima chiamata per stranieri e destagionalizzazione: adesso o mai più
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ANCONA - Superare l’atavica logica del campanile e fare sistema. Un “sistema Marche” su cui declinare il new deal del turismo. È la ricetta del governatore Francesco Acquaroli, che non a caso ha tenuto la delega per sé. Tre gli indirizzi strategici su cui poggia il nuovo Piano triennale del turismo 2021-2023, approvato lunedì in giunta: creare un brand Marche da piazzare su mercati esteri e nazionali; costruire prodotti turistici legati alla destinazione; ammodernare il sistema, qualificando l’accoglienza con i circuiti turistici e le eccellenze. A coordinare il tutto sarà l’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione Marche, che opererà a decorrere dal 1 luglio. 

 

L’iter per la costituzione

L’iter per la sua costituzione è partito lunedì, con il via libera della giunta alla proposta di legge dedicata, che ora dovrà fare il suo percorso fino all’approvazione in Consiglio regionale. Si tratterà di un ente tecnico e per la sua guida circola il nome di Valentino Torbidoni, funzionario del Servizio della Regione che si occupa, appunto, di turismo ed internazionalizzazione. Qualche dettaglio sul Piano, è emerso ieri agli Stati generali del Turismo organizzati da Confcommercio Marche Centrali, coordinati dal direttore Massimiliano Polacco. Alla platea di addetti ai lavori, Acquaroli ha lanciato un appello alla cooperazione, perché la prolungata crisi pandemica sta mettendo in ginocchio il settore e, per ripartire, le parole chiave sono «fare squadra». 

Le 100 pagine di documento

Nelle oltre 100 pagine di documento, si individuano due punti ciechi su cui intervenire in maniera prioritaria: la «preoccupante ed anomala sproporzione tra mercato nazionale ed estero – 78% dall’Italia e 22% da altri Paesi – che il sistema turistico delle Marche non può permettersi» ed il nodo della «destagionalizzazione, una tendenza poco incentivata dalle politiche turistiche regionali, ma altrettanto poco considerata dagli operatori, specie da coloro che operano prevalentemente nella stagione estiva», spiega il Piano. Una misura individuata per porre rimedio a questa mancanza è la realizzazione di una «rete regionale dell’Albergo diffuso, per la rigenerazione del territorio e per la rivitalizzazione dei borghi». Un modo per ridare lustro ai magnifici paesi marchigiani che stanno andando incontro al fenomeno dello spopolamento, accentuato dal sisma. In questa direzione si pone anche la «riqualificazione delle strutture di accoglienza e ricettive, compresi i centri termali e wellness integrati». Un bando di questo tipo era già stato attivato dalla giunta Ceriscioli ed aveva ricevuto 301 domande per una richiesta di contribuzione calcolata in oltre 45 milioni di euro, e che ha visto 162 progetti accedere a 25 milioni di euro. Nei prossimi tre anni ne saranno emanati altri due, uno per le strutture di accoglienza e ricettive, ed uno per strutture termali. Saranno a loro volta suddivisi in due aree, ovvero «sisma ed extra sisma». C’è poi il capitolo dei “grandi attrattori” con nove linee progettuali che prevedono la valorizzazione turistica di Macerata/Civitanova Marche, quali città della musica, degli studi e di destinazione balneare, dell’area di San Benedetto/Ascoli Piceno, di Urbino e dell’entroterra pesarese, dei Luoghi della Sibilla nelle aree interne del fermano, dell’area dei Sibillini e del comprensorio di Sarnano, delle Grotte di Frasassi – con tanto di rifacimento degli impianti di illuminazione -, e di Loreto, quale centro universale di fede. Si punta poi sulla «riqualificazione dei servizi di accoglienza legati alla rete dei percorsi Marche outdoor e Marche Rebirth», e sull’attribuzione, nel quinquennio 2022 – 2025, del titolo di «Capoluogo turistico e culturale delle Marche» con una premialità contributiva, ad anno, stabilita dalla giunta, da investire per migliorare il centro.

 

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Corriere Adriatico