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ANCONA - Sì, viaggiare. Finalmente si riparte. Destinazione Marche, ovviamente. L’obiettivo di questa stagione è puntato sui borghi e sui centri storici, dove il soggiorno si svolge in un contesto urbano di pregio a contatto con le comunità residenti. Una full immersion nella qualità della vita delle Marche.
Va proprio nella direzione di accrescere la qualità dell’accoglienza la proposta di legge regionale sul sostegno alla riqualificazione e valorizzazione dei borghi e dei centri storici che, come ha detto il presidente della giunta Francesco Acquaroli «sono il luogo della cultura, della tradizione enogastronomica e artigianale». È un percorso che mira «a una rinascita, creando un grande circuito spendibile sui mercati nazionali e internazionali» ha aggiunto Acquaroli.
Non solo l’aspetto economico e turistico, l’azione vuole spingere anche sulla cultura immateriale: in questo senso è inserita la programmazione di Marchestorie, festival annuale di promozione e valorizzazione del patrimonio di tradizioni e saperi dei borghi delle Marche che si terrà dal 2 al 19 settembre.
ARCEVIA
Tra le antiche mura l’arte di Della Robbia. A tavola mais ottofile
Posta su una collina dal suggestivo nome di Monte Cischiano, è protetta da una poderosa cinta muraria (secc. XIII-XVI), percorribile in più punti, di cui rimangono alcuni torrioni e quattro porte di accesso. Arcevia custodisce preziosi arredi invetriati e dipinti del XVI secolo, un unicum nella vicenda dei Della Robbia nelle Marche per la straordinaria concentrazione. Nel centro storico la Collegiata di San Medardo ospita il maestoso altare di Giovanni Della Robbia, un paliotto e un bel Crocifisso invetriato di Mattia Della Robbia, un presepe di bottega marchigiana e due statue dipinte di Santa Caterina e della Maddalena, opere robbiane, mentre nella Chiesa di S. Maria del Soccorso si può ammirare un altare invetriato raffigurante l’Annunciazione, opera di Mattia Della Robbia. I nove castelli di Arcevia (Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Palazzo, Piticchio, San Pietro) costituiscono una delle attrazioni principali della cittadina: si tratta di centri abitati murati di impianto tre-quattrocentesco. Da alcuni anni è stata reintrodotta nel territorio arceviese la coltivazione del “Mais otto file di Roccacontrada” (antico nome di Arcevia), da cui si ricava un’eccellente farina per la polenta. Tra i principali eventi culturali si segnalano Arcevia Jazz nei mesi di luglio e agosto e Arcevia International Art Festival da agosto a settembre.
TREIA
Disfida del Bracciale e nell’iconica piazza il palazzo di Valadier
Treia (Borgo più bello d’Italia) è un situato a nord della valle del Potenza.
MONTERUBBIANO
Torrione e tre porte. In centro il museo di tutte le bambole
Monterubbiano, dove sventola la Bandiera Arancione, è una delle perle dell’entroterra fermano e domina la Valle dell’Aso; i Piceni furono i primi ad insediarsi in questo territorio tra il IX e III secolo a.C. Conserva l’antico sistema fortificato, tra cui il torrione del Cassero e tre porte di accesso. Sulla piazza si affacciano: il Palazzo Comunale, che ospita la Pinacoteca Civica e il Museo delle bambole da tutto il mondo, e la Collegiata di Santa Maria dei Letterati, che contiene una tela e tre tavolette di Vincenzo Pagani, artista nato a Monterubbiano. Interessante è il Polo culturale San Francesco che comprende un Auditorium, un Museo Civico Archeologico, una Biblioteca, una Sala Espositiva, un Centro di Educazione Ambientale ed un Orto Botanico. Da non perdere il Museo della Bambole: una collezione composta da 643 bambole provenienti da ogni parte del mondo. La raccolta apparteneva alla signora Pia Desideri, che decise di donarla al comune nel 2016. Tipicità del luogo sono le tagliatelle fritte, cui è dedicata una sagra estiva nel mese di agosto. La festa più importante è Sciò la Pica, che si tiene il giorno di Pentecoste, ossia l’evento che rievoco la perpetuazione del rito del Ver Sacrum, cioè la trasmigrazione, fatta per voto degli dèi di una popolazione sabina, che partita dalla conca reatina venne ad insediarsi nel Piceno, guidata dal volo di un picchio.
GROTTAMMARE
Liberty e lungomare e sulla collina sorge il Vecchio Incasato
Grottammare, la perla dell’Adriatico, è una località turistica della Riviera delle Palme celebrata da più di tre secoli per la bellezza del paesaggio, per le suggestive atmosfere di pace e di serenità, per le ricche memorie storiche e culturali. L’ospitalità, la cura minuziosa del suo patrimonio architettonico ed un modello di crescita che ha conciliato armoniosamente il progresso urbano e il rispetto coscienzioso della natura e del mare, hanno consentito a Grottammare di ricevere importanti riconoscimenti, tra i quali spiccano la Bandiera Blu d’Europa, le Tre vele nella Guida Blu di Legambiente edita dal Touring Club Italiano e il diploma di Borghi più Belli d’Italia per il Vecchio Incasato, sito nella parte collinare. La spiaggia, che si estende per cinque chilometri, è costeggiata dal lungomare ricco di palme, aranci ed oleandri, gioie di colori e profumi. La piazza, lastricata in travertino, ornata da una fontana a raso e da pinete e palme, si affaccia sulla spiaggia per confluire nel Viale Marino, splendido nel suo genere, dove le palme e la pavimentazione in porfido e in marmo di carrara fanno da ideale cornice alle ville liberty costruite agli inizi del Novecento. La marina è dominata dal Vecchio Incasato che negli ultimi anni è stato oggetto di un meticoloso restauro. Grottammare è animata in ogni momento dell’anno da un’intensa vita culturale.
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Corriere Adriatico