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ANCONA - Per le strutture ricettive delle zone attrezzate nelle aree montane, il fatto che la neve non ci sia, almeno durante le feste, sembra superato. Seppure il meteo non annuncia il bianco manto, baite e rifugi che propongono una gastronomia legata ai sapori veraci della montagna marchigiana, sono presi letteralmente d’assalto dal 26 dicembre fino al 6 gennaio, giorno della Befana. Lo testimonia il sold out del Cenone di Capodanno. Le prenotazioni sono chiuse da oltre un mese sia per il Rifugio Chalet Principe Corsini sul Nerone, sia per quello delle Cotaline sull’Acuto ma per gli altri giorni, ci sono ancora posti.
Gli impianti
«La cabinovia è aperta sia nei festivi che prefestivi e appositamente in base alle richieste del Rifugio - spiega Mirco Ravaioli, presidente della società che gestisce il polo sciistico del Catria -. Il gancio consente di andare in quota con le bici, ci sono a disposizione delle guide ambientali per le escursioni, e abbiamo pronto il noleggio delle ciaspole ed accompagnatori in caso di un velo di neve».
La formula niente sci ma ottima ristorazione vale anche per il comprensorio Sarnanoneve. A Sassotetto, il rifugio ex Capannina, oggi Baita Solaria, è aperto tutti i giorni, incluso Natale ma, per molte cene e pranzo, vanta già il tutto prenotato. Che l’enogastronomia sia un perno fondamentale del turismo nelle aree rurali e montane lo dimostra il bel successo delle strutture agrituristiche strapiene per le due prossime settimane. Difficile trovare un posto all’agriturismo Baam, il birrificio agricolo alto Montefeltro con vista sulla poderosa rocca di Monte Cerignone: 90 coperti e visita all’impianto di produzione.
Il successo
Come agenda bella piena per il Birrificio del Catria di Chiaserna di Cantiano che ha coniato addirittura il termine “birrifugio”. «Appartamenti e cucina sono a disposizione di gruppi fino al 3 gennaio ma dopo – interviene l’organizzatore Marco Frattini – per tutto l’inverno, diamo il via ad una serie di escursioni sul Monte Tenetra od ancora il Bosco delle Tecchie». Passeggiate partendo dal basso per compensare la distruzione per colpa dell’alluvione delle tre maggiori strade di accesso alla cima più alta del pesarese. «Dietro al successo di questi giorni degli agriturismi – spiega Giuliana Giacinti, Presidente Terranostra Marche, l’organizzazione della Coldiretti che rappresenta un centinaio di agriturismi marchigiani– ci sono molti motivi. Soddisfano innanzitutto un turismo di prossimità, sono le porte d’accesso alla riscoperta dei borghi, propongono un ambiente autentico ma più di tutto garantiscono cibi genuini a km zero e piatti locali della tradizione, ricette iconiche delle feste». L’unico freno potrebbe essere l’influenza e i soliti malanni di stagione.
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