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ANCONA - Era il 15 ottobre 2020 quando, all’ottavo piano di Palazzo Raffaello, il governatore Francesco Acquaroli presentava ufficialmente la sua giunta. La prima battente bandiera centrodestra in una regione “rossa” da decenni. Qualche giorno dopo - il 19 ottobre, per la precisione - durante la seduta di insediamento dell’Assemblea legislativa nell’aula del Consiglio regionale, il presidente presentava con tutti i crismi il programma della sua squadra di governo, da portare a casa nei cinque anni di mandato.
Poi un biennio di emergenze ininterrotte - dal Covid alla crisi energetica, fino ad arrivare all’alluvione che si è abbattuta sulle Marche lo scorso 15 settembre - hanno inevitabilmente rallentato la tabella di marcia. Ed ora, a neanche metà della legislatura, si ritrova con tre assessori su sei eletti in Parlamento ed il nuovo corso dell’esecutivo rivisto e corretto tenuto in ostaggio dall’affaire Ciccioli. Non il migliore degli anniversari di insediamento per il governatore, insomma.
Le prossime sfide
E la travagliata formazione della nuova giunta non è l’unica grana da risolvere nel breve periodo.
A partire dal rilancio di un aeroporto sempre mai decollato, da collegare con gli hub nazionali di Roma, Milano e Napoli con i voli di continuità territoriale. Una procedura rallentata all’inverosimile dalle lungaggini burocratiche tra ministero delle Infrastrutture e Commissione europea su cui serve un cambio di passo immediato. Da Falconara a Jesi, il tragitto è breve e qui sorge un’altra infrastruttura a cui dare nuovo smalto. Parliamo dell’interporto, che sta gestendo la partita della vita: quella dell’insediamento del polo logistico di Amazon. Dopo una trattativa surreale durata più o meno due anni, siamo alle battute finali ma finché il colosso dell’e commerce non stipulerà il contratto con il suo sviluppatore Scannell (e questo con Interporto), non si potrà cantare vittoria.
Discorso a parte meritano le due ricostruzioni: post sisma e post alluvione. Acquaroli ha deciso di avocare a sé la delega - fin qui gestita da Castelli - alla ricostruzione dei borghi sfregiati dal terremoto ed ai Comuni travolti dall’esondazione ha promesso risposte immediate. Vietato sbagliare. Dulcis in fundo, la gestione della nuova programmazione dei fondi europei 2021/2027 che si appresta a partire e quella delle risorse del Pnrr da mettere a terra. Partite, queste, giocate fino ad ora da Castelli e Carloni. Adesso toccherà alle new entry dimostrare di essere all’altezza del compito.
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