Cambiano tre assessori su sei in Regione: dal Sanzio al polo Amazon ecco tutte le sfide che attendono la nuova giunta

Cambiano tre assessori su sei in Regione: dal Sanzio al polo Amazon ecco tutti i dossier per la nuova giunta
Cambiano tre assessori su sei in Regione: dal Sanzio al polo Amazon ecco tutti i dossier per la nuova giunta
di Martina Marinangeli
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Lunedì 17 Ottobre 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 15:17

ANCONA  - Era il 15 ottobre 2020 quando, all’ottavo piano di Palazzo Raffaello, il governatore Francesco Acquaroli presentava ufficialmente la sua giunta. La prima battente bandiera centrodestra in una regione “rossa” da decenni. Qualche giorno dopo - il 19 ottobre, per la precisione - durante la seduta di insediamento dell’Assemblea legislativa nell’aula del Consiglio regionale, il presidente presentava con tutti i crismi il programma della sua squadra di governo, da portare a casa nei cinque anni di mandato.

Poi un biennio di emergenze ininterrotte - dal Covid alla crisi energetica, fino ad arrivare all’alluvione che si è abbattuta sulle Marche lo scorso 15 settembre - hanno inevitabilmente rallentato la tabella di marcia.

Ed ora, a neanche metà della legislatura, si ritrova con tre assessori su sei eletti in Parlamento ed il nuovo corso dell’esecutivo rivisto e corretto tenuto in ostaggio dall’affaire Ciccioli. Non il migliore degli anniversari di insediamento per il governatore, insomma. 


Le prossime sfide


E la travagliata formazione della nuova giunta non è l’unica grana da risolvere nel breve periodo. Se infatti la partita sul turn over degli assessori dovrà chiudersi, in un modo o nell’altro, a strettissimo giro di posta - i leghisti Andrea Antonini e Chiara Biondi sono già pronti a subentrare ai colleghi di partito Mirco Carloni e Giorgia Latini, mentre resta ancora da sciogliere il nodo sul nome alternativo a Carlo Ciccioli - vecchi e nuovi esponenti dell’esecutivo si troveranno a dover gestire nell’immediato alcuni dossier che valgono una rielezione. Come quello che riguarda la riforma sanitaria, da completare entro la fine dell’anno. Una rivoluzione che azzera l’Asur, istituisce cinque Aziende sanitarie territoriali su base provinciale e toglie a Marche Nord lo status di azienda ospedaliera. Dal 1 gennaio 2023 la riorganizzazione dovrà diventare pienamente operativa ed il tempo stringe. Lo spacchettamento dell’Asur e del suo stato patrimoniale sta andando incontro a qualche difficoltà ed il governo nazionale, nelle scorse settimane, ha chiesto chiarimenti in merito all’invarianza finanziaria prevista nella legge con cui si è approvata la riforma ad agosto. Insomma, qualche ostacolo si è palesato prima del traguardo. C’è poi il grande libro delle infrastrutture. Se nei primi due anni di mandato sono obiettivamente stati fatti passi avanti - dai fondi per il raddoppio della Orte-Falconara, arrivati a quasi un miliardo di euro, allo sblocco dello stallo sulla Fano-Grosseto - molto resta ancora da fare.

A partire dal rilancio di un aeroporto sempre mai decollato, da collegare con gli hub nazionali di Roma, Milano e Napoli con i voli di continuità territoriale. Una procedura rallentata all’inverosimile dalle lungaggini burocratiche tra ministero delle Infrastrutture e Commissione europea su cui serve un cambio di passo immediato. Da Falconara a Jesi, il tragitto è breve e qui sorge un’altra infrastruttura a cui dare nuovo smalto. Parliamo dell’interporto, che sta gestendo la partita della vita: quella dell’insediamento del polo logistico di Amazon. Dopo una trattativa surreale durata più o meno due anni, siamo alle battute finali ma finché il colosso dell’e commerce non stipulerà il contratto con il suo sviluppatore Scannell (e questo con Interporto), non si potrà cantare vittoria.

Discorso a parte meritano le due ricostruzioni: post sisma e post alluvione. Acquaroli ha deciso di avocare a sé la delega - fin qui gestita da Castelli - alla ricostruzione dei borghi sfregiati dal terremoto ed ai Comuni travolti dall’esondazione ha promesso risposte immediate. Vietato sbagliare. Dulcis in fundo, la gestione della nuova programmazione dei fondi europei 2021/2027 che si appresta a partire e quella delle risorse del Pnrr da mettere a terra. Partite, queste, giocate fino ad ora da Castelli e Carloni. Adesso toccherà alle new entry dimostrare di essere all’altezza del compito.

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