PORTO SANT’ELPIDIO - Maxi rissa venerdì sera in via San Giovanni Bosco, una donna italiana sola contro tutti, per tutti s’intende una decina di cinesi residenti...
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E’ successo il finimondo mentre il rumore incuriosiva buona parte del vicinato che è finito in strada per guardare cosa stesse accadendo. Subito sono scattati i soccorsi e immediato è stato l’arrivo dell’ambulanza della Croce Verde che ha prestato le prime cure sul posto ai feriti e ha ricoverato la donna giudicata nelle più gravi condizioni all’ospedale Murri.
A quanto si è appreso, in base alle testimonianze fornite dalla gente del posto, ossia i vicini di casa, tutto è accaduto perché la donna italiana, poco sopra la quarantina, si sarebbe lamentata con i bambini cinesi perché dalla canna fumaria proveniva, a suo dire, un pessimo odore e questa cosa andava avanti da tempo. L’italiana avrebbe perso le staffe ma nel redarguire i bambini sarebbe stata aggredita e si sarebbe difesa, in pratica al sentire i rumori e probabilmente le grida dei figli e della donna, le mamme cinesi si sono riversate in strada e, con loro, sono arrivati anche i mariti.
Risultato si è formato in brevissimo tempo un mucchio di uomini, donne e bambini dagli occhi a mandorla e le mani leste, è stata una baraonda generale e in quel casino l’italiana, essendo in minoranza, ha avuto la peggio, tanto che si è richiesto il ricovero per accertamenti. Dicono però che anche una donna cinese per tutto il giorno ieri camminava zoppicando. Insomma, sono volate le mani in via San Giovanni Bosco. Se le sono date di santa ragione, in buona sostanza. Una lite scaturita dagli usi e costumi che sono diversi tra persone di diversa nazionalità, la cucina cinese in particolare, speciale e ricca di odori, sarebbe stata la scintilla che avrebbe acceso la miccia. Le liti tra vicini di casa purtroppo non sono infrequenti, anzi, si può dire che siano all’ordine del giorno. I rapporti di vicinato, si sa, non sono sempre idilliaci e, com’è accaduto l’altra sera, non di rado si assiste a veri e propri atti d’insofferenza reciproca che possono sfociare anche nella commissione di reati come molestie, disturbi, danneggiamenti, minacce. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico