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FERMO - Frenesia. Voglia di recuperare il tempo perso. Sono stati due giorni intensi, quelli appena trascorsi. Weekend giallo con dentro il Primo Maggio: un mix che avrebbe potuto essere ancora più esplosivo se il meteo non avesse fatto un po’ i capricci. Ma il popolo dell’ex zona arancione non s’è fatto scoraggiare. Come da copione, sabato mattina, i bagagliai delle auto si sono riempiti di buste e coperte. Tempo di scampagnate, nel Fermano, ora che si può. Che sia la spiaggia o un parco, poi, poco importa. Quello che conta è esserci, riprendere fiato e divertirsi.
Le regioni
Il mezzo ponte di primavera ha portato sulla costa i primi turisti. Per adesso, quelli delle regioni vicine. Si sono riaffacciati gli umbri. «Siamo stati i primi. È bellissimo essere di nuovo qui», dice una famiglia di Todi. Padre, madre e tre bambini sotto uno dei pochissimi ombrelloni aperti sulla spiaggia di Porto San Giorgio. «Facciamo quello che si può. Anche se il senso non è di libertà assoluta, ci accontentiamo, sempre con le regole ben in testa», spiegano e raccontano di essere habitué ormai da qualche anno. Da quando, con due ore di macchina, dall’Umbria si arriva sulla costa fermana. Quel turismo mordi e fuggi che, l’anno scorso, ha salvato la stagione. «Quest’anno – dicono ancora –, per noi, è la prima volta fuori dall’Umbria. Anche se il tempo non è il massimo, va benissimo lo stesso. Abbiamo un gran bisogno di normalità». Che è la parola che ricorre di più tra la gente in giro. «Dopo tanto tempo, ci rilassiamo. Lavoriamo tutta la settimana. Un po’ di svago serve, soprattutto a noi giovani», spiega un gruppetto di amici. Sono in quattro al tavolino di uno chalet. Vengono dal Maceratese e fanno l’aperitivo. Sorridono, contenti. Una cosa, però, proprio non l’accettano: il coprifuoco. «Alle 22 è il deserto dappertutto. Ti affacci alla finestra e le strade sono irriconoscibili. È davvero triste», fanno. Pieni i lungomari, da nord a sud. Si passeggia, si corre, si va in bici.
Il racconto
«Siamo arrivati da un po’, ma non riusciamo a proseguire.
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Corriere Adriatico