OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
FERMO - I sindaci – quasi tutti – la chiamano “terra di mezzo”. Quella fascia di territorio collinare che attraversa, per largo, il Fermano, lontana dalla costa e ai margini del cratere. Nove Comuni – Magliano di Tenna, Rapagnano, Monte San Pietrangeli, Torre San Patrizio, Francavilla d’Ete, Grottazzolina, Ponzano di Fermo, Montottone e Monte Giberto – esclusi dai riflettori del litorale e da quelli del dopo-terremoto. Che, se da un lato, alla maggior parte di loro ha risparmiato danni ingenti e famiglie fuori casa, dall’altro li ha tenuti lontani dal grosso degli aiuti della ricostruzione e da tutta una serie di agevolazioni. Loro, nella terra di mezzo, ci stanno mal volentieri. Perché – dicono – tutti i giorni combattono contro i problemi dei piccoli centri, senza avere i mezzi e l’attenzione degli altri Comuni.
«Purtroppo, c’è stata una volontà politica di far rientrare nel cratere determinate zone e queste sono le conseguenze», spiega Luca Leoni. Come gli altri colleghi dell’entroterra, il sindaco di Torre San Patrizio battaglia contro lo spopolamento, la grande piaga dei piccoli centri, «che non riguarda solo la montagna ma anche la collina, solo che, alla fine, la montagna ha i soldi a suo favore e non sa più come spenderli, mentre noi non sappiamo come fare».
«Ci sono Comuni che non ci vogliono e non possiamo partecipare a certi raggruppamenti», fa sapere il sindaco di Francavilla, Nicola Carolini. Per il quale, «c’è qualcosa che non va in queste disposizioni» e «siamo costretti a fare tutto con le nostre forze per non chiudere». «Tra costa e cratere – gli fa eco il sindaco di Magliano di Tenna, Pietro Cesetti –, vediamo transitare vagonate di milioni. Fermo la fa da padrona perché i bandi del Pnrr agevolano i capoluoghi e i Comuni con più di quindicimila abitanti. Noi non siamo né carne né pesce. Penalizzati in tutto e per tutto, viviamo un’evidente disparità di trattamento».
Che, a sentire i sindaci, riguarda anche la viabilità. Con l’attenzione (quasi) tutta concentrata sull’A14 da allargare o arretrare, per loro, invece, prioritario sarebbe il completamento della Mezzina. Anche perché, dice Cesetti, portare a termine la Mare-Monti sarà un’impresa, visto che, «solo a Magliano, ci sono tre o quattro abitazioni a ridosso della striscia bianca, sulla Faleriense» e «qui, non riusciamo nemmeno a fare una pista ciclabile». Fuori dal coro, invece, Rapagnano, che tira le somme sulle opportunità di questo periodo e sulle possibili occasioni di rilancio.
Per la sindaca Elisabetta Ceroni, «è vero che chi sta nel cratere vive più leggero perché ha un maggior accesso ai fondi, distribuiti a pioggia, ma è anche vero che i bandi continuano a uscire e noi, com’è nella nostra tradizione, continueremo a partecipare a tutti». L’ultimo a cui hanno preso parte è quello sulla rigenerazione urbana, insieme a Monsampietro Morico e a sei Comuni del Maceratese. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico