FERMO - I sindaci – quasi tutti – la chiamano “terra di mezzo”. Quella fascia di territorio collinare che attraversa, per largo, il Fermano, lontana dalla costa e ai margini del cratere. Nove Comuni – Magliano di Tenna, Rapagnano, Monte San Pietrangeli, Torre San Patrizio, Francavilla d’Ete, Grottazzolina, Ponzano di Fermo, Montottone e Monte Giberto – esclusi dai riflettori del litorale e da quelli del dopo-terremoto. Che, se da un lato, alla maggior parte di loro ha risparmiato danni ingenti e famiglie fuori casa, dall’altro li ha tenuti lontani dal grosso degli aiuti della ricostruzione e da tutta una serie di agevolazioni. Loro, nella terra di mezzo, ci stanno mal volentieri. Perché – dicono – tutti i giorni combattono contro i problemi dei piccoli centri, senza avere i mezzi e l’attenzione degli altri Comuni.
«Purtroppo, c’è stata una volontà politica di far rientrare nel cratere determinate zone e queste sono le conseguenze», spiega Luca Leoni.
«Ci sono Comuni che non ci vogliono e non possiamo partecipare a certi raggruppamenti», fa sapere il sindaco di Francavilla, Nicola Carolini. Per il quale, «c’è qualcosa che non va in queste disposizioni» e «siamo costretti a fare tutto con le nostre forze per non chiudere». «Tra costa e cratere – gli fa eco il sindaco di Magliano di Tenna, Pietro Cesetti –, vediamo transitare vagonate di milioni. Fermo la fa da padrona perché i bandi del Pnrr agevolano i capoluoghi e i Comuni con più di quindicimila abitanti. Noi non siamo né carne né pesce. Penalizzati in tutto e per tutto, viviamo un’evidente disparità di trattamento».
Che, a sentire i sindaci, riguarda anche la viabilità. Con l’attenzione (quasi) tutta concentrata sull’A14 da allargare o arretrare, per loro, invece, prioritario sarebbe il completamento della Mezzina. Anche perché, dice Cesetti, portare a termine la Mare-Monti sarà un’impresa, visto che, «solo a Magliano, ci sono tre o quattro abitazioni a ridosso della striscia bianca, sulla Faleriense» e «qui, non riusciamo nemmeno a fare una pista ciclabile». Fuori dal coro, invece, Rapagnano, che tira le somme sulle opportunità di questo periodo e sulle possibili occasioni di rilancio.
Per la sindaca Elisabetta Ceroni, «è vero che chi sta nel cratere vive più leggero perché ha un maggior accesso ai fondi, distribuiti a pioggia, ma è anche vero che i bandi continuano a uscire e noi, com’è nella nostra tradizione, continueremo a partecipare a tutti». L’ultimo a cui hanno preso parte è quello sulla rigenerazione urbana, insieme a Monsampietro Morico e a sei Comuni del Maceratese.