VENEZIA - Sono accusati di aver dichiarato il falso per poter ottenere dal Tribunale di Venezia l'accertamento di paternità dal batterista dei Pooh, Stefano...
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Il procedimento principale, ora sospeso, fu avviato a Marsala (il musicista risiede a Pantelleria) da parte di Francesca: «Mio padre è D’Orazio, con cui mamma ebbe una relazione tra il 1983 e l'84». E chiese un mantenimento retroattivo di 2,5 milioni di euro. D’Orazio rifiutò il test del Dna. Era necessario che Diego Michelon ottenesse prima il disconoscimento: fu avviata la causa a Venezia, nel corso della quale dichiarò di aver saputo tardi che Francesca non era sua figlia. La Procura è convinta che abbia mentito. Nel maggio 2016, per falso, il terzetto era stato prosciolto dal gup, ma la Cassazione annullò e ieri ecco il rinvio a giudizio degli imputati. Nel frattempo la Procura ha chiesto la revoca della sentenza di disconoscimento di paternità emessa nel 2013.
Nel procedimento penale il batterista dei Pooh - oggi 69enne e da un anno sposato con Tiziana Giardoni - si è costituito per ottenere il risarcimento dei gravi danni patiti: l’iniziativa della ragazza ha avuto infatti anche un’ampia eco mediatica. La battaglia giudiziaria si preannuncia ancora lunga e combattuta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico