SUSEGANA (TREVISO) - Un vero e proprio stakanovista del volante, capace di guidare ininterrottamente, salvo qualche breve sosta, per oltre sedici ore. Il camionista in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Gli agenti, controllando con pazienza i documenti del camionista e quelli del cronotachigrafo installato a bordo del mezzo pesante (un camion da 40 tonnellate che stava trasportando un carico di legname), quasi stentavano a credere a quando avevano appena scoperto. L'autotrasportatore alla guida del mezzo pesante, un 56enne di Latina, dipendente di un'azienda di trasporti di Monte Rotondo, era al volante da ben 16 ore: uno sforzo massacrante per lui ed un pericolo costante per automobilisti, altri camionisti e anche per se stesso. Il colpo di sonno, un malore, poteva essere dietro l'angolo, pronto a colpirlo in qualsiasi istante del suo viaggio. Il viaggio dell'autotrasportatore stakanovista era cominciato il giorno precedente, martedì dunque, a Viterbo e prima dell'arrivo in provincia di Treviso il camion, stando a quanto riportato dalla strumentazione, aveva già effettuato almeno cinque tappe tra il centro ed il nord Italia. Per il camionista è scattata una vera e propria stangata: la decuratazione di 15 punti dalla patente di guida e una sanzione di oltre mille euro (con la stessa ammenda sarà sanzionata anche l'azienda di trasporti che sarà sottoposta anche ad un controllo dell'ispettorato del lavoro per verificare la situazione degli altri dipendenti) oltre al fermo amministrativo del mezzo.
Il 56enne, fermato all'alba, si è mostrato piuttosto confuso, certamente stanco ma anche collaborativo con i poliziotti. Così almeno inizialmente. Man mano che la sua posizione veniva a galla, l'uomo ha cercato di confondere i documenti che accertavano i suoi tempi di guida, ben sapendo di non essere in regola, ritardando il controllo e rendendolo non certo agevole. La pazienza, quasi proverbiale, degli agenti della polstrada di Treviso gli è stata fatale e per lui il viaggio si è fermato ad una manciata di km dalla meta. Proprio i controlli sul trasporto merci di camion e tir è stato uno degli ambiti in cui la polizia stradale di Treviso, negli ultimi anni, si è maggiormente concentrata per limitare la pericolosità provocata da autotrasportatori costretti a lavorare con orari massacranti, o talvolta non rispettando i limiti del codice per quanto riguarda l'assunzione di alcolici.
Nicola Cendron Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico