Profili, i danni infiniti del sisma un’intera ala resta ancora chiusa

Profili, i danni infiniti del sisma un’intera ala resta ancora chiusa
FABRIANO L’ospedale Profili, a due anni e mezzo dal sisma, ha ancora un’intera ala chiusa perchè inagibile e non risulta che siano stati stanziati fondi per il...

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FABRIANO L’ospedale Profili, a due anni e mezzo dal sisma, ha ancora un’intera ala chiusa perchè inagibile e non risulta che siano stati stanziati fondi per il suo recupero. Il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, lancia nuovamente l’allarme: «Nulla di nuovo per l’ala A chiusa dai giorni delle forti scosse del 2016, però i soldi dell’Unione Europea per l’area del cratere vengono utilizzati per interventi ad Ancona e a Pesaro. Chissà se anche qui è colpa del Ministero?». Fari puntanti, quindi, sull’ospedale Profili che, proprio un mese fa, ha chiuso la sala parto del reparto di Ostetricia.


 

Mentre si attende l’arrivo, l’1 aprile, del nuovo primario del Pronto Soccorso, l’attenzione è tutta sul personale mancante in molte unità operative e sulla situazione che si respira nella parte più vecchia del nosocomio. L’ala A, infatti, è chiusa per inagibilità, dal novembre 2016 e da allora nulla, o poco, si è mosso. Il primo e secondo piano – e il piano terra dove c’era, in passato, il Cup – per circa 4.500 mq risultano inutilizzati fin quando non verranno programmati lavori di miglioramento sismico. Questo ha comportato il trasferimento di molti servizi, non senza disagi, in altri reparti e si sono dovuti spostare diversi servizi ambulatoriali. Da allora, oltretutto, resta inutilizzata la sala Parca, l’unico locale che si aveva a disposizione per corsi, riunioni del personale, videoconferenze e teletrasmissioni di interventi chirurgici. 

Nel 2018, intanto, si è concluso lo studio per la verifica degli indici di vulnerabilità. Inizialmente erano 6mila i mq inagibili al Profili. A pochi mesi dal sisma, terminati i lavori di somma urgenza, 1.500 mq di quella parte di ospedale sono stati dichiarati agibili e tre sezioni danneggiate dal sisma sono tornate ad ospitare alcuni servizi sia per i pazienti che per gli utenti esterni. 


Adesso si attende di capire a che punto sono i lavori progettuali per ridare all’unico ospedale dell’entroterra tutti i suoi spazi e se vedrà mai la luce la nuova palazzina per le sale operatorie, Rianimazione e Utic che dovrebbe essere costruita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico