Jesi, dissuasori killer di rondoni sulla chiesa: denunciato il parroco

Jesi, dissuasori killer di rondoni sulla chiesa: denunciato il parroco
JESI - Strage di rondoni sulla chiesa di San Pietro Apostolo: le associazioni animaliste denunciano il parroco. Il caso dei rondoni che hanno trovato la morte sulle barriere...

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JESI - Strage di rondoni sulla chiesa di San Pietro Apostolo: le associazioni animaliste denunciano il parroco. Il caso dei rondoni che hanno trovato la morte sulle barriere elettrificate antiposa fatte installare sulla chiesa di piazza Franciolini per tenere lontani piccioni e limitare il problema del guano è scoppiato con un’eco nazionale. «Quanto accaduto a Jesi è gravissimo, anzi è un reato penale che va punito e se a compierlo è un prete o un semplice cittadino per noi non cambia niente - scrive l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa)».

  

«Per questo - proseguono - abbiamo deciso di denunciare il parroco della chiesa di San Pietro Apostolo reo con il suo comportamento di aver causato la morte di decine di rondoni, letteralmente fulminati dalle barriere elettriche antiposa fatte istallare dal prete, che ha anche fatto murare gli anfratti dei coppi rendendo così impossibile la nidificazione dei rondoni tornati dalla migrazione». «Non si tratta di una strage di rondoni, ma di un solo rondone nell’arco di 15 giorni dall’attivazione dell’impianto di dissuasione dei piccioni (esistente da anni) dopo la riapertura della chiesa dopo i lavori di messa in sicurezza». La precisazione arriva dall’Ufficio comunicazioni sociali diocesano: «La morte è stata causata dalla giornata fredda e piovosa che ha provocato qui come in molte altre città di Italia la morte di rondoni e rondini alcuni dei quali trovati anche nella vicinanza della chiesa. Probabilmente il rondone è caduto sui fili stordito dal freddo o cadendo dall’alto. Sulla facciata della chiesa sono montati non dei fili elettrici ma dei fili elettrostatici di dissuasione incruenta di piccioni utilizzati in molte chiese ed edifici, con certificazione Ce e approvati dalla Lipu. I coppi erano già da anni cementificati ma la cementificazione si era deteriorata. Per questo nel rifacimento, su progetto accolto dalla Sovrintendenza e dagli organi statali che hanno stanziato i fondi, è stata effettuata una nuova cementificazione dei coppi, fuori dal tempo di migrazione dei rondoni e senza rinvenire presenza di nidi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico