In lacrime per “Kalle” Sabbatini talento del calcio e asso del poker

In lacrime per “Kalle” Sabbatini talento del calcio e asso del poker
ANCONA - Lo chiamavano Kalle, all’anconetana, perché da piccolo era così biondo da assomigliare a Karl-Heinz Rummenigge. Il nomignolo gli calzava a pennello:...

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ANCONA - Lo chiamavano Kalle, all’anconetana, perché da piccolo era così biondo da assomigliare a Karl-Heinz Rummenigge. Il nomignolo gli calzava a pennello: era interista, il calcio era il suo hobby e con la sua stazza in area non passava nessuno, sui polverosi campi della provincia. Crescendo, ha conosciuto un altro amore, quello per le carte: è stato uno dei primi campioni italiani di Texas hold’em, ha collezionato vittorie anche all’estero. Una passione così sfrenata da diventare un lavoro: gestiva sale giochi e insegnava i segreti del poker ai giovani. Primo comandamento: impenetrabilità e autocontrollo. Dai suoi occhi non carpivi la minima crepa. Con pazienza e dignità ha affrontato la malattia, arrendendosi solo all’ennesima ricaduta, un’infezione associata al diabete e a problemi cardiaci. È morto ieri mattina all’ospedale regionale Fabrizio Sabbatini, per tutti “Kalle”. 


 

Aveva 53 anni. Era una figura molto conosciuta in città, un gigante buono, dall’indole tenera a dispetto della sua corporatura massiccia. Non era sposato, non aveva figli, ma aveva un mare di amici, a cominciare da quelli con cui per anni ha condiviso serate indimenticabili al mitico tavolo 4 del ristorante Strabacco. Era molto legato a Danilo Tornifoglia e la scomparsa dell’oste buono nel dicembre 2015 lo segnò profondamente. La vita non è mai stata buona con Fabrizio: poche carezze, tanti pugni nello stomaco. Come la morte dei genitori, quando era ancora giovane, e del fratello Roberto, ex consigliere comunale, in un incidente. Anche per questo aveva allacciato rapporti indissolubili con gli amici di sempre, tra cui Massimo Recchi che lo ricorda con commozione. «Era un ragazzo brillante, sempre disponibile, se gli chiedevi un aiuto lui era il primo a dartelo - ricorda -. Era un toro, ma dalla salute precaria». 

Ex rappresentante, aveva gestito per anni un ingrosso di abbigliamento alle Palombare. Poi la vita l’ha portato a reinventarsi: ha gestito a lungo la sala poker dell’ex multisala Giometti alla Baraccola che la sera richiamava centinaia di appassionati. Ultimamente aveva gestito un circolo ad Osimo. Da giovane aveva giocato a calcio nelle società dell’Atletico e della Fiamma, di cui è stato anche dirigente. «La sua simpatia era travolgente, il suo essere sopra le righe indimenticabile, come anche le mille serate trascorse da Strabacco», ricorda Mimmo Cugini, redattore della Gazzetta dello Sport. «Era uno dei ragazzi del tavolo 4, una presenza fissa che non passava inosservata: era un gigante buono», dice di lui Paolino Giampaoli. 


«Dopo la morte del fratello, si è fatto in quattro per assistere i due nipoti a cui era legatissimo - dice il consigliere comunale Daniele Berardinelli -. Aveva un cuore enorme, lo stesso che, purtroppo, lo ha tradito». I funerali di Kalle si terranno oggi alle 15 nella parrocchia del Ss. Crocifisso agli Archi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico