Alla moglie diceva: «Uccido te, la polizia e pure il giudice». Condannato lo stalker, ma adesso è libero

Il tribunale di Ancona
ANCONA - «Ti sgozzo, ti spacco la testa». Solo perché si era rifiutata di andare a prendere un paio di scarpe. E poi insulti quotidiani, offese, intimidazioni...

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ANCONA - «Ti sgozzo, ti spacco la testa». Solo perché si era rifiutata di andare a prendere un paio di scarpe. E poi insulti quotidiani, offese, intimidazioni del tipo: «Ti rompo i denti, ti lancio dalla finestra». Una volta, in un momento d’ira, le avrebbe scaraventato addosso i giocattoli regalati dai parenti al loro figlio, che oggi ha 15 anni, per poi spingerla contro un armadio e metterle le mani al collo.

 

 

Violenze assortite, reiterate sin dal 2006 e proseguite negli anni, specialmente nel 2016, quando lei, stremata da quella relazione, aveva deciso di lasciarlo. Da allora è cominciata una vera e propria persecuzione. «Se non tornate a vivere con me, sistemo te e il bambino finisce in mezzo a una strada», la minacciava. «Allora non hai capito? Se non torni ti taglio la gola». Una volta le avrebbe dato pure dell’indemoniata davanti al loro figlio e quando lei, impaurita, gli diceva che avrebbe chiamato la polizia, lui l’avrebbe sfidata: «Provaci, ammazzo te, la polizia, il giudice e tutti quanti. Io non ti tocco per farti male, ma per farti fuori». 


A distanza di 4 anni, è stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa) il 42enne albanese che avrebbe reso un inferno il matrimonio con una 40enne romena. Il collegio dei giudici ha ritenuto l’uomo, difeso dall’avvocato Roberta Di Martino, colpevole di stalking e maltrattamenti in famiglia, ma l’ha assolto dall’accusa di violenza sessuale. La vittima, infatti, aveva denunciato il compagno anche di averla costretta in più circostanze ad avere rapporti con lei, contro la sua volontà, in una circostanza in presenza del figlio. Ma l’accusa è decaduta nel momento in cui la 40enne, nel febbraio 2019, ha deciso di presentarsi in questura e rimettere la querela nei confronti dell’ormai ex marito, dopo essere stata per un periodo in una struttura protetta insieme al figlio. I rapporti tra i due, infatti, nel corso del tempo sono migliorati e ciascuno si è rifatto una vita. L’indagine, però, è andata avanti d’ufficio, seguita dal pm Rosario Lioniello. Così, ieri il 42enne, che rischiava il carcere, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale, pur venendo condannato per stalking e maltrattamenti. Ma ora è libero.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico