ANCONA - «Ti sgozzo, ti spacco la testa». Solo perché si era rifiutata di andare a prendere un paio di scarpe. E poi insulti quotidiani, offese, intimidazioni del tipo: «Ti rompo i denti, ti lancio dalla finestra». Una volta, in un momento d’ira, le avrebbe scaraventato addosso i giocattoli regalati dai parenti al loro figlio, che oggi ha 15 anni, per poi spingerla contro un armadio e metterle le mani al collo.
Violenze assortite, reiterate sin dal 2006 e proseguite negli anni, specialmente nel 2016, quando lei, stremata da quella relazione, aveva deciso di lasciarlo. Da allora è cominciata una vera e propria persecuzione. «Se non tornate a vivere con me, sistemo te e il bambino finisce in mezzo a una strada», la minacciava. «Allora non hai capito? Se non torni ti taglio la gola». Una volta le avrebbe dato pure dell’indemoniata davanti al loro figlio e quando lei, impaurita, gli diceva che avrebbe chiamato la polizia, lui l’avrebbe sfidata: «Provaci, ammazzo te, la polizia, il giudice e tutti quanti. Io non ti tocco per farti male, ma per farti fuori».
A distanza di 4 anni, è stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa) il 42enne albanese che avrebbe reso un inferno il matrimonio con una 40enne romena.