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ANCONA - I prodotti ordinati sul web, il pagamento in contrassegno e l’apertura del pacco: all’interno non quanto desiderato ma un bidone, merce scadente e per nulla corrispondente a quanto pattuito. È un maxi giro di truffe perpetrate in tutta Italia quello fatto emergere dai carabinieri della stazione delle Brecce Bianche, attivatisi dopo la denuncia di una vittima residente nel capoluogo dorico.
I militari, guidati dal comandante Giuseppe Caiazzo, hanno dato esecuzione a tre misure cautelari nei confronti di altrettante società con sede operativa a Napoli, accusate a vario titolo associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in commercio.
La procura di Napoli sta invece vagliando, sulla scorta delle indagini dei carabinieri anconetani, la posizione dei dirigenti delle tre ditte (un amministratore unico, due legali rappresentanti).
Le attività investigative hanno consentito di analizzare a campione circa quaranta spedizioni aventi come destinatari diversi acquirenti dimoranti nei comuni di Ancona e Osimo, rivelatesi essere tutte delle truffe. Le frodi sarebbero state perpetrate su tutto il territorio nazionale: sarebbero centinaia le vittime. Le tre società avrebbero quasi sempre inviato, al posto dei prodotti pagati dagli acquirenti, scarpe da donna o da bambino del valore di pochissime decine di euro.
Gli accertamenti hanno fatto risalire i militari alle tre società con base operativa a Napoli e gestite da soggetti pluripregiudicati, la cui posizione è attualmente al vaglio della magistratura campana.
Gli imprenditori, avvalendosi di una nota società di trasporti e logistica operante su tutto il territorio nazionale risultata essere totalmente estranea ai fatti, tra il primo gennaio e il 17 marzo 2022 avrebbero effettuato spedizioni su tutto il territorio nazionale per un valore di 4,4 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono stati eseguiti sequestri per oltre mezzo milione di euro: sotto chiave sono finiti conti correnti e postali e veicoli. L’attività sul web delle tre società è stata bloccata e oscurata.
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Corriere Adriatico