ANCONA -Non aprire agli sconosciuti. E diffidare del porta a porta. Perché la truffa è sempre dietro l’angolo. Il monito attraverso due consigli basilari ma...
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È stato avvistato alle Palombare, in zona Piano e altri quartieri del capoluogo. Gira a piedi, vestito con la giacca, e cerca di entrare in casa con la scusa di dover analizzare le ultime bollette per aggiornare i consumi e, magari, cambiare contratto di luce e gas. Lo schema è stato attuato anche nel primo pomeriggio di martedì in una serie di appartamenti del centro. Voleva vedere le fatture. Il proprietario di casa l’ha prontamente cacciato, sventando un possibile truffa, perché quell’uomo non era assolutamente un dipendente della società per cui sosteneva di lavorare.
Ma come riconoscere l’inganno? «Chiunque si presenti a domicilio per conto di Enel Energia – sottolinea la multinazionale italiana - deve essere munito di tesserino plastificato con foto e dati di riconoscimento. Se qualcuno si presenta a nome dell’azienda bisogna sempre chiedere di visionare il tesserino con tutti i riferimenti».
Inoltre, aggiunge Enel Energia, «nessuno è autorizzato a riscuotere o restituire somme di denaro a domicilio per conto di Enel, né tantomeno a richiedere la visione delle bollette per presunte irregolarità». Direttive semplici, è vero, ma che possono comunque non essere seguite dalle persone anziane. «A volte – afferma il questore Cracovia – il campanello che suona è sinonimo dell’uscita temporanea dalla solitudine in cui si trovano gli anziani. I truffatori sfruttano proprio questa esigenza di non sentirsi soli. Bisognerebbe ricreare quella rete protettiva che si è un po’ persa, facendo leva sull’operato dei parenti e dei vicini». In maniera tale da proteggere le vittime in una condizione di minorata difesa. «Ovviamente – continua il questore – i consigli sono quelli di non aprire la porta a sconosciuti, diffidare del porta a porta e di quelle situazioni che sono anomale e sfuggono dall’ordinario delle abitudini delle persone. Se si ha un minimo di sospetto chiamare subito il 113».
Sono in gran parte anziani coloro che si rivolgono all’Adiconsum: «Quando sentono la parola Enel alla porta – sottolinea Roberta Mangoni - per loro è un nome di garanzia e fiducia. E dunque, scatta l’idea che la visita che ricevono è importante. Solitamente, cadono vittime di pratiche commerciali scorrette, dove sono portati a firmare un contratto per l’energia in una maniera poco chiara e con una persona che non è affatto dell’Enel. Sui documenti, infatti, non c’è riportato il nome della società per cui si spacciano. Dunque, leggere sempre quello che si firma, ma più in generale mai aprire la porta a persone che dicono di voler vedere le bollette o che l’ultima volta si è pagato di più o addirittura che verrà staccata a breve la luce. Piuttosto, dire che per qualsiasi informazione si andrà direttamente in filiale. Stessa cosa per le truffe telefoniche, dove incappano anche i più giovani». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico