MACERATA «È un grande pasticcio di credibilità quello che la giunta Parcaroli sta combinando con l’itinerario turistico pedonale su Padre Matteo Ricci». A dirlo è il consigliere regionale dem, Romano Carancini. Nel mirino dell’ex sindaco di Macerata la decisione della giunta di accantonare il progetto già realizzato e realizzarne uno nuovo.
I fatti
«Lo scorso giugno - dice - l’amministrazione ha accantonato il progetto di Maggioli spa, già finanziato con 30.500 euro di fondi europei del programma Iti In-nova Macerata Por Fesr Marche 2014-2020 e curato dal professionista Filippo Mignini.
In sua sostituzione è stata affidata la realizzazione di un nuovo Itinerario Ricciano a MarcheMedia Società cooperativa, con uno specifico contributo di 37.149 euro di fondi Por Fesr sisma 2014-2020, attingendo quindi a un asse di finanziamento diverso. Un indegno pasticcio di credibilità, appunto, se si considera la scelta di buttare nel cestino un progetto avanzato sebbene i costi fin qui sostenuti dal Comune, come da espressa richiesta degli uffici regionali, devono essere rendicontati con tanto di prova fotografica e con un atto che attesti la regolare esecuzione delle forniture nonché la funzionalità e il funzionamento degli interventi finanziati». Allora Carancini si chiede cosa intende fare il Comune adesso. «Presenterà alla Regione le foto di una lapide e di una targa a pochi centimetri di distanza, relative alla casa natale del concittadino Matteo Ricci, che si contraddicono tra loro perché frutto di due diversi progetti? Come rendiconterà le spese sostenute dal 2020 a oggi per il progetto commissionato a Maggioli spa con la consulenza scientifica di Mignini? Come potrà dimostrare la fruibilità di interventi affidati, in buona parte realizzati ma improvvisamente chiusi nel cassetto? O invece, ipotesi non remota, il Comune utilizzerà l’attuale nuovo progetto dell'Itinerario Ricciano, che non beneficia di nessuna delle attività di quello precedente, per due diverse rendicontazioni e dunque per due finanziamenti?». Carancini critica soprattutto la scelta di aver «liquidato 40 anni di rigore e autorevolezza scientifica di Mignini sullo studio della figura di Matteo Ricci, la cui consulenza, a quanto pare, a Macerata non risulta più valida per le “mutate condizioni geo-turistiche della città”. Ci si espone al ridicolo se si dimentica che Filippo Mignini è colui che nel corso degli anni, per la sua affidabilità di storico, ricercatore, scrittore e divulgatore, ha contribuito in maniera decisiva a far conoscere ai maceratesi, e non solo, questo imponente personaggio, messaggero di amicizia e di dialogo, simbolo di un’Europa di pace».
La posizione
Carancini critica non tanto la scelta di discontinuità con chi ha governato prima, ma i motivi per cui è stata fatta: «Quando si scade nel “cancelliamo ciò che c’era prima” senza argomentazioni attendibili il pasticcio è dietro l'angolo e, purtroppo, è la credibilità di tutta la città che viene messa in ridicolo: agli occhi dei turisti disorientati che la visitano come in questi giorni di festa, degli accademici che la frequentano, degli stessi maceratesi che la abitano e anche agli occhi delle istituzioni, quando si rischia di non essere trasparenti nell’utilizzo di risorse che l’Europa, per il tramite della Regione, concede alla città per il suo sviluppo e non per giochi di potere. Confidiamo che il Comune di Macerata ci ripensi e non faccia ulteriori figuracce con l’Europa rendicontando due volte lo stesso progetto e “sperando” che nessuno in Regione se ne accorga».