È un grande del teatro italiano, un maestro del e sul palcoscenico: Umberto Orsini, che proprio ieri ha compiuto 90 anni, arriverà al teatro Velluti di Corridonia con “Le memorie di Ivan Karamazov”. Lo spettacolo, tratto dal romanzo di Dostoevskij su drammaturgia dello stesso Orsini e di Luca Micheletti, sarà in scena sabato 6 aprile, alle ore 21, per la stagione di Comune e Amat.
Il personaggio
Racconta Orsini: «Sembra incredibile ma è circa mezzo secolo che conosco il signor Ivan Karamazov. L’ho incontrato in uno studio televisivo di via Teulada a Roma e da allora ci siamo guardati nello specchio e confusi l’uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci». Lo studio cui il maestro del teatro italiano si riferisce è quello dello sceneggiato Rai, con prove e riprese tra il novembre 1968 e il gennaio 1969, con la messa in onda dal 16 novembre al 28 dicembre dello stesso anno. Ricorda: «L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan, gli ho dato un aspetto severo. L’ho difeso da una sceneggiatura che lo penalizzava battendomi per dare lo spazio adeguato all’importanza del suo Grande Inquisitore». Uno degli episodi di tale sceneggiato, ricorda Orsini, ebbe un ascolto record, quello in cui Karamazov era impegnato a discutere sull’esistenza di Dio. «È allora – prosegue – che ci siamo incontrati, negli anni ‘60, e da allora è stato difficile, per chi in quegli anni ha seguito quella trasmissione, separare la sua immagine dalla mia. A poco a poco anche io mi sono illuso di essere diventato il suo doppio, il suo sosia, per dirla con il suo autore il signor Dostoevskij».
La libertà del personaggio
Un personaggio caro a Orsini che oggi gli fa dire: «Mi sono dunque preso la libertà di rappresentarlo come un personaggio che resiste nel tempo, e mi sono chiesto, e gli ho fatto chiedere perché mai l’autore, il suo creatore, lo abbia abbandonato non finito.