Fossombrone, parlamentari 5 Stelle:
«Ceriscioli tenta uno scaricabarile»

L'inaugurazione della risonanza magnetica a Fossombrone
L'inaugurazione della risonanza magnetica a Fossombrone
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Lunedì 14 Maggio 2018, 09:54
FOSSOMBRONE - «Riaprire il Punto di primo intervento? Occorre che i parlamentari del territorio si attivino per rivedere i parametri imposti in sede nazionale. Non è cattiva volontà della Regione se il Ppi non c’è più».

L’uscita del governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, all’inaugurazione sabato scorso della nuova risonanza magnetica a Fossombrone, non è rimasta senza risposta. Incalzato dalle rimostranze del sindaco 5 Stelle Gabriele Bonci, la sua è stata una sorta di stilettata, perché alla cerimonia c’erano i parlamentari del territorio: tre dei quattro eletti nel Fanese sono proprio pentastellati (il quarto è il leghista Luca Rodolfo Paolini) mentre a Roma sta per nascere il governo formato da 5 Stelle e Lega.

Per la senatrice Rossella Accoto e i deputati Maurizio Cattoi e Roberto Rossini, Ceriscioli ha tentato un “agghiacciante scaricabarile” a una settimana dall’assemblea dell’Area vasta che chiamerà tutti i sindaci a esprimersi sulla richiesta di ripristino dei Punti di primo intervento con le funzioni ospedaliere a Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro.

«Ceriscioli - dichiarano Accoto, Cattoi e Rossini - ha pensato bene di negare ogni propria prerogativa al riguardo, addossando tutte le responsabilità sulle spalle di noi parlamentari del Movimento 5 Stelle, eletti appena due mesi fa. Consigliamo al presidente della Regione Marche di ripassare alcune semplici nozioni di diritto costituzionale, così gli sarà più chiaro che la competenza in materia sanitaria spetta soprattutto alla Regione, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare dolorosamente negli ultimi anni, mentre lo Stato può solo stabilire i principi fondamentali della disciplina, in questo caso contenuta nel famigerato decreto ministeriale 70/2015 a firma del governo Renzi, espressione del partito di Ceriscioli».

«Inoltre facciamo sommessamente notare - continuano i tre parlamentari 5 Stelle - che alcune Regioni, come l’Emilia Romagna e l’Umbria, hanno attuato il decreto Balduzzi salvaguardando una rete ospedaliera diffusa sul territorio, dimostrando che quando c’è la volontà politica, è possibile trovare soluzioni alternative a quelle perseguite dal Pd nelle Marche. Non appena il governo del cambiamento sarà insediato e le Camere potranno lavorare a pieno regime, ci adopereremo in ogni modo per rimediare a questa situazione inaccettabile, ma rimanga ben chiaro che le uniche responsabilità nel depotenziamento degli ospedali dell’entroterra sono a carico di chi ha governato e sta governando la Regione».
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