Fano, indagini per abuso d'ufficio e falso
Coinvolta l'ex coordinatrice dell'Ambito

Fano, indagini per abuso d'ufficio e falso Coinvolta l'ex coordinatrice dell'Ambito
3 Minuti di Lettura
Sabato 5 Dicembre 2015, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 20:05
FANO - Abuso d'ufficio e falso ideologico: sono i due reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Pesaro per la vicenda che coinvolge l'ex coordinatrice dell'Ambito territoriale sociale 6, Sonia Battistini.
Dal contesto municipale il caso si è spostato negli ambienti giudiziari e investigativi (nella foto il palazzo di giustizia di Pesaro). L'indagine per abuso d'ufficio si riferisce ai due esposti presentati nel giugno scorso dal Comune di Fano relativi al servizio Home Care Premium, finanziato dall'Inps e finalizzato all'assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti, e al servizio di sollievo per il sostegno dei soggetti con disagio psichico e delle loro famiglie.

L'accertamento per falso ideologico, invece, è la conseguenza dell'esposto presentato dai consiglieri comunali 5 Stelle in relazione al rinnovo dell'incarico all'ex coordinatrice dell'Ambito sociale, nel luglio 2014, e al verbale della riunione del comitato dei sindaci redatto nell'occasione dalla stessa Sonia Battistini.

Il filone centrale dell'indagine della Procura riguarda l'affidamento dei servizi dell'Ambito, da parte dell'ex coordinatrice, attraverso vari atti alle medesime cooperative (Labirinto, Cooss Marche e Crescere) per cospicui finanziamenti (le fatture bloccate dal Comune dopo l'avvio degli accertamenti superavano 500 mila euro).

Partendo da una verifica a campione sugli atti, i dirigenti comunali avevano contestato procedure d'appalto non corrette e irregolari rinnovi degli incarichi alla scadenza, con l'affidamento diretto dei servizi. Al termine del provvedimento disciplinare l'ex coordinatrice era stata licenziata dall'amministrazione comunale di Fano, capofila dell'Ambito sociale 6.

Altre anomalie emerse sono (per il servizio Home Care Premium) il frazionamento del finanziamento dell'Inps in più appalti al di sotto della soglia di 207 mila euro del bando europeo, che richiede una maggiore evidenza pubblica; la presentazione alla seconda gara su invito solamente delle offerte delle due cooperative già assegnatarie del servizio; la costituzione dell'associazione temporanea di imprese tra le due cooperative aggiudicatarie in ritardo di mesi rispetto alla stipula del primo contratto. Per il servizio di sollievo, invece, l'Ati scaduta da anni continuava a ricevere incarichi.

L'indagine per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico si riferisce alla più evidente carenza tecnico politica contestata dal movimento 5 Stelle, che sulla vicenda è arrivato a chiedere le dimissioni del sindaco Seri: la delibera del comitato dei sindaci dell'Ambito sociale che il 23 luglio 2014 conferì l'incarico di coordinatrice a Sonia Battistini mentre avrebbe dovuto correttamente rinnovarle l'incarico, essendo stata Battistini coordinatrice dell'ente dal 2008.

Nell'esposto alla Procura della Repubblica di Pesaro e all'Autorità nazionale anticorruzione i consiglieri comunali Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri e Roberta Ansuini evidenziavano che la differenza non è meramente nominale bensì è sostanziale perché il rinnovo, in base alla normativa regionale, avrebbe dovuto essere accompagnato da una valutazione dell'operato della coordinatrice; una valutazione mai redatta che probabilmente non avrebbe potuto avere un esito positivo visto che all'epoca le criticità erano già emerse secondo quanto in seguito riferito dal segretario generale del Comune Antonietta Renzi. Da ciò l'ipotesi del dolo.

L'altro profilo dell'ipotesi di reato si riferisce alle parole del sindaco di Pergola verbalizzate in una riunione del comitato dei sindaci, secondo cui Battistini quando fu nominata non era presente, anche se poi redasse il verbale. Lo stesso sindaco Baldelli in seguito ha precisato che la coordinatrice era opportunamente uscita. L'atto fu formato e sottoscritto da Battistini e controfirmato dal sindaco di Fano Seri, che ora non è indagato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA