La nuova vita di Andrea De Crescentini: «Whatsapp alla Meloni e le cene con i Moratti»

L'ex assessore a Gradara e Urbino: «Avevo convinto la Fiat ad abbinarsi a Raffaello nel Salone di Ginevra»

La nuova vita di Andrea De Crescentini: «Whatsapp alla Meloni e le cene con i Moratti»
La nuova vita di Andrea De Crescentini: «Whatsapp alla Meloni e le cene con i Moratti»
di Gianluca Murgia
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Sabato 9 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:36

A Gradara l'ufficio era con vista Castello, a Urbino all'ombra dei Torricini. Andrea De Crescentini è stato assessore alle grandi bellezze marchigiane. Visionario e vulcanico, ma concreto. Perché di pari passo è stato responsabile della comunicazione di un importante istituto di credito. Poi, nel 2023, il cambio di vita: addio al posto fisso, anche in senso lato.
De Crescentini, cosa è successo?
«Mi sono fatto il più bel regalo di compleanno, all’insegna della libertà, che mi ha sempre contraddistinto e che rappresenta il bene più prezioso dopo la salute. Dopo il periodo del Covid ho detto basta a compromessi e ipocrisia».

De Crescentini con Elio Fiorucci

 
Come procede la nuova vita?
«Mi sono ricaricato dedicando tempo ad affetti, progetti e relazioni nazionali».
Da assessore il suo intento è stato sempre di aprirsi al mondo. A Urbino ha lasciato anzitempo l’incarico.
«È stata una esperienza bellissima, ringrazierò sempre il sindaco Gambini e la città. Peccato che non mi siano venuti dietro sulla mia visione di Urbino aperta al mondo e non solo alle Marche. Per il Cinquecentenario di Raffaello ero riuscito a coinvolgere Fiat, Alberta Ferretti, Ubibanca guidata da Letizia Moratti e la Francia per esportare il nome di Urbino Oltralpe».
Olivier François, presidente e AD di Fiat, è suo amico. Avevate posto le basi per un progetto legato a Raffaello.
«Ho incontrato Olivier e dopo aver parlato tanto e con passione di Urbino mi rispose: Andrea mi hai convinto, l’abbinamento Fiat e Urbino è stellare. Useremo Urbino e Raffaello nel prossimo salone dell’auto di Ginevra».

De Crescentini con Olivier François


Un'eccezionale vetrina, persa. Cosa manca a Urbino?
«Una visione. Bisogna umilmente rendere Urbino più pop, al di là del patrimonio e del valore. Che sono fuori discussione».
Ha coinvolto grandi personaggi nel suo lavoro. Uno su tutti: Elio Fiorucci.
«Con Elio, il re della moda Pop nel mondo al di là dei jeans, era nato un rapporto bellissimo. Alla pari, come tra padre e figlio. L’avevo portato a Gradara e si era innamorato. Facemmo una grande mostra che poi esportammo anche a Carpi. La lanciammo dalla Triennale di Milano».
Coinvolgendo come sponsor Yamaha.
«Ci invitò per la presentazione al MotoGp del Mugello. Tutti i giornalisti del mondo in sala stampa avevano una maglietta celebrativa della mostra e un Dvd dell’Assedio al Castello. Elio ed io eravamo in griglia di partenza con quella t-shirt».

La mostra di Elio Fiorucci


Cosa serve oggi a Gradara?
«Gradara è in scia favorevole da allora. Occorrono più comunicazione e marketing».
Nel 2023 è diventato Cavaliere della Repubblica.
«Un riconoscimento dei presidenti Mattarella e Meloni, che mi ha fatto grande piacere per il mio impegno sul territorio tra Gradara, Urbino e banca, senza alcun interesse personale».
In questi mesi ha consolidato un rapporto con una delle famiglie più importanti d'Italia, i Moratti.
«Li ho conosciuti tramite Fiorucci. Sono persone lungimiranti e meravigliose, dalle quali c’è tanto da imparare».
Un aneddoto?
«Recente.

Le chiacchiere con Massimo, dopo una cena a casa loro, dalle 23.30 all’1.30 davanti a caffè, grappe e cioccolata a parlare di economia e di politica, dopo la vendita della Saras. E a fine serata mi ha fatto prendere in mano il pallone d’oro originale di Ronaldo, il fenomeno».

De Crescentini e Moratti


È stato lei a proporre all'Università di Urbino il sigillo d'ateneo a Moratti.
«È stata una bellissimo momento di riconoscenza e di svago per Massimo e Milly, oltre che di promozione per l’Università, per Urbino e la provincia. Per questo ringrazio il Magnifico Calcagnini. Ho fatto vedere loro Pesaro, Urbino, il Furlo e Acqualagna col meraviglioso tartufo della Braceria Pinc».
Intanto, ora, è quasi di casa al Meazza. Qualche giorno fa era seduto tra Cordoba e Samuel.
«E pensare che all’inizio non li avevo riconosciuti. C’erano anche Burdisso, Tumiotto, Tronchetti, Profumo, Marotta e Zanetti. Io ero seduto nel posto di Moratti e tutti si chiedevano come mai fossi lì. È stato bello seguire la partita di Champions con i loro commenti».

Samuel, De Crescentini e Cordoba


Lei è apprezzato sia a destra che a sinistra. È vero che con la Meloni si è creato un rapporto particolare?
«Giorgia Meloni è molto sveglia e concreta, mi ha colpito molto la sua velocità. Ogni tanto ci scriviamo su Whatsapp e lei, a differenza di molti politici, è sempre gentile e disponibile».
I ruoli nel pubblico sono un capitolo chiuso?
«In questi anni mi hanno contattato Cattolica, Gabicce, Gradara, Urbino e Pesaro ma aspetto progetti e proposte concrete di ampio respiro. Mi piacerebbe portare le mie esperienze e conoscenze, anche a livello nazionale».

De Crescentini, Giorgia Meloni e Francesco Acquaroli


Le Marche aspirano a trovare una dimensione nazionale.
«Le Marche dovrebbero strutturarsi di più e uscire fuori, perché sono una regione meravigliosa e piena di brand. Da qui nasce il nome per gli stranieri».
Il prossimo sogno di De Crescentini?
«Essere sereno ed entusiasta, al di là dei soldi. E pensare, non solo per me, a un lavoro dove regni la gentilezza che molti hanno dimenticato».

Il rettore Calcagnini, Moratti e moglie, De Crescentini
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