«Incubo sul volo Milano-Falconara: scene drammatiche con pazienti oncologici stremati». Passeggero scrive al governatore Acquaroli

«Incubo sul volo Milano-Falconara: scene drammatiche con pazienti oncologici stremati»
«Incubo sul volo Milano-Falconara: scene drammatiche con pazienti oncologici stremati»
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Domenica 24 Dicembre 2023, 17:22 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 07:17

ANCONA  - «Se lo scopo dei voli di continuità era quello di avvicinare le Marche al resto d’Italia,  dopo quello che noi passeggeri abbiamo passato posso ben dire che l’obiettivo è stato completamente mancato, ma anzi, siamo arretrati di decenni». 

E' una lettera amara, quella scritta da Giovanni Formiconi ed inviata al presidente della Regione Francesco Acquaroli, ad Aeroitalia ed ai vertici dell'aeroporto Sanzio di Falconara, in cui racconta l'odissea vissuta il 22 dicembre da lui e da tutti i passeggeri del volo Aeroitalia XZ2225 che invece di atterrare nello scalo delle Marche, da Milano è arrivato a Pescara. Un'odissea di dieci ore per un tragitto di 80 minuti.

«Partiti in ritardo, arrivati a Falconara l'aeroporto era chiuso. Dirottati a Pescara»

«Una terribile esperienza - scrive Formiconi -.

Il volo è partito da Milano con un ritardo di 4 ore rispetto allo schedulato (20.30 utilizzando l’aeromobile di una compagnia lettone tale RAF-avia, con a bordo personale rumeno, non in grado di parlare una sola parola di italiano (ricordo si tratta di un volo domestico aperto da un compagnia italiana)».

«Una volta saliti a bordo dell' aeromobile  abbiamo accumulato un’ulteriore ora di ritardo fino a quando una volta raggiunti i cieli marchigiani il capitano ci informa che “sfortunatamente l’aeroporto di Ancona è chiuso” e che saremmo atterrati a Pescara, accumulando un’ulteriore ora di ritardo (siamo a 6 totali)».

«Una volta sbarcati a Pescara - continua Giovanni Formiconi nella sua missiva - ci ritroviamo nel piazzale dell’aeroporto impossibilitati e entrare nel terminal in quanto chiuso. A stretto giro siamo stati assistiti da due poliziotti di frontiera dell’aeroporto abruzzese che contattando il reperibile dell'aerostazione ci ha permesso di entrare nel terminal».

«A bordo pazienti oncologici si erano sottoposti a terapie salvavita ed erano provati»

«Nessun tipo di assistenza a terra. Nessun tipo di ristoro. Si è passati dunque ad un contesto drammatico. A bordo c’erano pazienti oncologici che la mattina stessa si erano recati a Milano per sottoporsi  a terapie salvavita, oramai evidentemente provati. L’unica possibilità di protezione che ci è stata offerta è stata quella di attendere un bus per Ancona alle 7 dell’indomani. Avendo avuto la possibilità di farmi venire a prendere da un familiare, sono riuscito a raggiungere la mia destinazione finale (Senigallia) alle 6 di mattina».

«L’indomani provo a contattare la compagnia senza alcuna risposta, provando anche a inviare email di reclamo, richiedendo risarcimento per la situazione vissuta (come previsto dalla normativa europea EC 261/2004), ovviamente, per ora, senza risposta alcuna».

«Mi rivolgo alle Istituzioni affinché facciano luce su quanto avvenuto»

«Mi rivolgo alle istituzioni competenti con la speranza che prendano opportuni provvedimenti per far luce su quanto accaduto e al fine di evitare il ripetersi di situazioni incresciose come quella che ho vissuto in prima persona assieme ad altri 32 passeggeri che non auguro di vivere a nessun altro. Colgo l’occasione infine per ringraziare il personale della polizia di frontiera dell’aeroporto di Pescara in servizio la notte tra il 22 e il 23 dicembre, chei sono stati gli unici ad adoperarsi per assisterci e ridurre per quanto possibile i nostri disagi».

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