L’ultima vergogna di Aeroitalia, in ritardo da Milano atterra a Pescara: odissea di 10 ore per i passeggeri

L’ultima vergogna di Aeroitalia, in ritardo da Milano atterra a Pescara: odissea di 10 ore per i passeggeri
L’ultima vergogna di Aeroitalia, in ritardo da Milano atterra a Pescara: odissea di 10 ore per i passeggeri
di Gianluca Fenucci
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Domenica 24 Dicembre 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 07:31

ANCONA «Un viaggio interminabile e snervante. Il trattamento che ci ha riservato Aeroitalia è senza dubbio da censurare». Vincenzo Palumbo abita a Chiaravalle con la famiglia, ma lavora a Milano. Venerdì alle 19,30 si è presentato al check in dell’aeroporto milanese di Linate per imbarcarsi sull’aereo per Ancona: il volo 2225 di Aeroitalia avrebbe dovuto decollare alle 20,30 e atterrare al Sanzio alle 21,40 ma l’odissea per Palumbo ed altri 32 passeggeri era solo all’inizio.

Il disagio

«Abbiamo atteso parecchio a Linate – dice Palumbo – prima che ci informassero del ritardo del nostro volo, specificando che era già in ritardo alla partenza da Ancona.

Abbiamo aspettato per ore all’interno dell’aeroporto di Linate, mentre tutti i voli previsti partivano regolarmente, fino a che siamo rimasti praticamente da soli nella sala d’attesa dell’aeroporto». Ma i problemi erano solo all’inizio. «Era già notte fonda quando è giunta una hostess che ha fatto l’appello dei passeggeri e siamo finalmente saliti a bordo per decollare, ahimè, all’una di notte. Voglio anche denunciare lo stato tutt’altro che accettabile del nostro velivolo: attendevamo un aereo da 80 posti e ci siamo imbarcati su uno da 39, datato e scomodo».

E ancora: «Non c’erano i sussidi per eventuali emergenze, maschere per l’ossigeno e neppure i giubbotti di salvataggio in caso di ammaraggio. Hanno dovuto imbarcare anche molti trolley e zaini nella stiva perché nelle cappelliere non c’era più spazio». A bordo dell’aereo c’erano anche alcune persone che si erano recate a Milano per visite mediche e cure specialistiche ed anche alcuni anziani. «Dopo oltre un’ora di viaggio – continua Palumbo – e dopo che l’aereo aveva già effettuato due volte il sorvolo dell’aeroporto delle Marche, il comandante ci ha comunicato che non saremmo più atterrati a Falconara ma a Pescara: vi lascio immaginare il nostro malcontento».

Attese infinite

Ma non è tutto. Sulla pista dell’aeroporto abruzzese, infatti, l’aereo è stato fermo per oltre mezz’ora con i passeggeri a bordo. «Ci siamo trovati ad affrontare una situazione surreale, soprattutto quando ci hanno comunicato che il primo pullman utile per portarci nelle Marche sarebbe partito alle 5 del mattino. Non c’era un bar aperto, non ci hanno fornito viveri o acqua e non ci hanno neppure proposto di andare a dormire in un albero. Solo verso le 4,30 ci hanno avvertito che avremmo potuto recarci in un hotel ma a quel punto diversi di noi si erano già organizzati per raggiungere le loro destinazioni. L’unica assistenza l’abbiamo ricevuta dalla polizia di frontiera aeroportuale di Pescara».Palumbo a quel punto ha preso la decisione di chiamare un taxi e si è fatto portare con altri alla stazione ferroviaria del capoluogo abruzzese. «Ho preso il Frecciarossa delle 6 e sono giunto ad Ancona alle 7,17. Senza contare che molti familiari dei passeggeri avevano raggiunto il Sanzio per attendere i loro congiunti. Ho fatto tutto a mie spese ed ora chiederò il rimborso ma sottolineo che Aeroitalia non si è comportata bene». La compagnia, contattata dal Corriere Adriatico, spiega che «il volo ha dovuto divergere su Pescara in quanto l’aeroporto di Ancona a quell’ora era chiuso». L’Enav, come conferma il Sanzio, nel caso del volo da Milano non ha autorizzato l’atterraggio, come invece è accaduto in altri casi.

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