L’iter
Un processo lungo e complesso, che però si è messo in moto e, entro l’anno, verrà approvato il Piano del commissario per la sistemazione dei fiumi più critici. Un Piano da 110 milioni di euro che prevede, in primis,, la messa in sicurezza del Misa e del Nevola, ma anche del Cesano, del Burano, e la ricostruzione del centro di Cantiano. «Tutte le aree più critiche, insomma», inquadra la questione Stefano Babini, vice commissario al post-alluvione. «Stiamo aspettando la revisione dell’intesa con l’Autorità di bacino perché meglio ultimi giorni abbiamo fatto ulteriori rilevazioni su alcune sezioni di fiumi per capire come sono state modificate dalle piene. Vanno rifatti i calcoli per vedere le portate e, da lì, procedere con la progettazione degli interventi». Interventi per lo più di potenziamento degli argini che richiederanno tempo. Ma intanto si procede con le urgenze. Tra le operazioni in corso sui territori colpiti dall’alluvione, la manutenzione e la pulizia delle aste fluviali e la ricostruzione della foce del Misa, da completare in una decina di giorni. Il tratto interessato dai lavori è di circa 50 metri e verrà rimosso un volume di circa 5000 metri cubi di ghiaia.
Le operazioni
Risalendo dalla foce del Misa, nei primi mesi del 2024 dovranno poi partire circa 20 interventi, da parte del Consorzio di bonifica, per la rimozione del materiale alluvionale e della vegetazione. «Stiamo intanto progettando gli interventi di potenziamento degli argini della Zipa di Osta, Casine e Pianello - aggiorna la road map Babini - e, più avanti, partiremo con la ricostruzione di otto ponti, come previsto nel Piano dell’Autorità di bacino del 2016».
Quanto alle vasche di espansione che dovrebbero attenuare l’impatto delle precipitazioni sui fiumi per evitare straripamenti, è stata affidata la progettazione di quella sul fiume Misa in località Pancaldo nel comune di Ostra Vetere (3.959.402 euro) di quella sul Nevola in località Ponte Lucerta nei comuni di Corinaldo e Trecastelli (3.754.148 euro).
Le vulnerabilità
Soprattutto in una regione come la nostra, fragile a livello idrogeologico. Nella stima abbozzata dal governatore Francesco Acquaroli all’indomani della tragedia del 2022, per la messa in sicurezza del territorio, tra manutenzioni ordinarie e straordinarie dei fiumi, contrasto al dissesto idrogeologico e difesa della costa, le risorse necessarie superano i 2 miliardi di euro. Cifra monster che al momento non c’è.