Contessa decaduta: «Noi isolati da tutti». La statale tra due regioni è chiusa per lavori da aprile

Contessa decaduta: «Noi isolati da tutti». La statale tra due regioni è chiusa per lavori da aprile
Contessa decaduta: «Noi isolati da tutti». La statale tra due regioni è chiusa per lavori da aprile
di Véronique Angeletti
5 Minuti di Lettura
Sabato 26 Agosto 2023, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 08:12

CANTIANO Non è solo una strada interregionale quella che unisce Gubbio a Cantiano. Di fatto, è la strada della Contessa e la si chiama per nome. Quella che fa di Fanum Fortunae, il mare dell’Alto Chiascio ed è l’arteria che storicamente collega la capitale del Medioevo ad Urbino, la Città Ducale del Rinascimento. Sta di fatto che, se per le mappe è la SS452, per tutti è la Strada della Contessa, lunga poco più di 12 chilometri che registra un traffico giornaliero di oltre 6.500 auto e 1.300 mezzi pesanti, con picchi nel fine settimana di 8.500 automobili. 


L’urgenza

Però, dal 17 aprile, all’altezza di Cantiano, per improcrastinabili lavori di messa in sicurezza, dal km 3 al 5,5 è chiusa in entrambe le direzioni fino a fine novembre. E ciò su intercessione dell’assessore regionale Francesco Baldelli: l’Anas che investe 9,4 milioni sul nuovo ponte e il ripristino strutturale e idraulico della galleria aveva programmato il rifacimento in 15 mesi. Pochi chilometri di chiusura che hanno tuttavia imposto una viabilità così alternativa da trasformarsi in un’odissea per i pendolari e ha già gravemente compromesso l’economia locale e la stagione turistica. La viabilità è così complicata, a tratti precaria, che gli umbri stessi consigliano sui social di disertare l’area eugubina e il varco della Contessa, e di puntare alla Riviera romagnola.

Le perdite

«Confermo che, quest’anno, i bagnini di Fano hanno dovuto fare a meno dell’Umbria» dichiara Mauro Mandolini, co-titolare dei Bagni Torrette di Fano, nel direttivo di Confartigianato Imprese demaniali e presidente di Balneari Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino, che ha il polso delle spiagge. «Abbiamo perso tanti bagnanti giornalieri che venivano da Umbertide, Gubbio, Gualdo Tadino, Perugia e che invece oggi transitano sulla Foligno-Civitanova Marche o la Perugia-Ancona». Da una sua prima stima, le perdite vanno oltre il 30%. Comunque, meno della metà di quelle lato monte che superano il 70%. «Mai avrei immaginato una tale catastrofe» confida il “frontaliere” Gianluca Naticchi che in Umbria, a 800 metri da Pontericcioli di Cantiano, è titolare di un ristorante con un distributore di benzina, pit-stop per i camionisti. Nel borgo ha il Serendipity, in parte distrutto e rimesso a nuovo dopo la tragica alluvione del 15 settembre. Un risto-rustico con piscina, camere e centro benessere. «Abbiamo perso - chiarisce - quasi del tutto i clienti dall’Umbria, che provenivano perfino da Città di Castello. Quelli che passavano sulla strada del mare e si fermavano per mangiare». Il suo cruccio sono le app per la mobilità. «I navigatori segnalano l’interruzione della strada e isolano del tutto Cantiano. Raggiungerci è un rebus». Stessa problematica per Milena Delle Coste de “Il Laghetto”. «L’alluvione - racconta - ha distrutto il mio lago di pesca sportiva, la chiusura della Contessa la mia attività di ristorazione. Ho perso la speranza di recuperare lungo la stagione. I navigatori dirottano i flussi in automatico verso Scheggia.

Lavoro con il 30% della mia clientela. Ho perso i clienti umbri e acquisito qualche marchigiano, ma senza compensare». Nessuna attività legata all’ospitality è risparmiata. Gianluca Matteacci del Maeve’s Pub, hamburgheria che si distingue per le sue carni speciali, stima la perdita tra il 10 e il 15%. «Ci sono più marchigiani, ma sono quasi azzerati del tutto gli eugubini». «È colpa dei tempi che si sono dilatati - interviene lo chef Angelo Bei del ristorante Tenetra -. Prima ci volevano 12 minuti tra Gubbio e Cantiano, oggi, traffico permettendo, sono diventati 30». La vicina Cagli, seppur non isolata, è sotto scacco lo stesso. «C’è una bella affluenza dalle Marche, ma è calato il flusso dall’Umbria» testimoniano lo chef Giacomo Giacomucci della Gioconda e Valerio Ferri del ristorante Le Fontane. Valutano il calo tra il 10 e il 20%. Per Barbara Marsili, presidente ConfCommercio di Gubbio, la flessione del fatturato nella città è tra il 30 e il 50% per tutte le attività legate al transito, ma ben oltre il 70% per gli esercizi a ridosso del tratto stradale interdetto. 

«È ancora troppo presto per tirare le somme - commenta - ma sicuramente il decremento denunciato a voce dalle aziende si verificherà nei dati. Speriamo solo che riescono a resistere e a sopravvivere a questo duro momento». Poi svela un inaspettato lato positivo della vicenda: la nascita di una collaborazione Umbria-Marche su molti ambiti. Perché per Gubbio è basilare recuperare la sua identità di “Porta verso il mare” e va impedito che si prendano abitudini diverse. Motivo per cui amministrazioni e associazioni di categoria non escludono di pilotare sulla direttrice viaria un importante piano di comunicazione. Un’idea su cui lavora da tempo nelle Marche il direttore di Confcommercio Nord Amerigo Varotti, attraverso “L’itinerario della bellezza”.

Il progetto

Mettere in collegamento l’offerta culturale di ben 21 città ed alcune, come Cantiano, Cagli, Urbino, Fossombrone, Colli al Metauro, Cartoceto, Isola del Piano, Fano e Marotta, sono sulla direttrice della Contessa. «Sin dall’annuncio dei lavori – osserva Varotti – avevo previsto le gravi conseguenze della chiusura di questa arteria sostanziale e chiesto l’intervento della regione Marche sull’Anas. I danni - conclude - ci sono e, purtroppo, non sono previsti ristori, ma non per questo ce ne faremo un cruccio. Anzi, continueremo a cercare risorse». Anche per il sindaco di Cantiano, Alessandro Piccini, sono necessari «indennizzi per le attività d’impresa coinvolte dalla chiusura dell’arteria» e si augura che «questa richiesta possa trovare sponda in tutte le associazioni di categoria e le Istituzioni competenti lungo la Flaminia». Ricorda che la Contessa da tempo è al centro di un un’intesa comprensoriale tra i sindaci da Gubbio a Fano, proprio come «asse strategico per l’economia e il turismo». Intanto l’Anas ha annunciato che sull’arteria inserita nel maxi-plan della Regione Marche, investirà 60 milioni per rigenerarla fino a Fano.

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