Ricostruzione, scatta il dopo-Legnini: il senatore Castelli al foto-finish (la Lega rivendica spazio)

Ricostruzione, scatta il dopo-Legnini: il senatore Castelli al foto-finish (la Lega rivendica spazio)
Ricostruzione, scatta il dopo-Legnini: il senatore Castelli al foto-finish (la Lega rivendica spazio)
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 29 Dicembre 2022, 04:35

ANCONA La giornata d’attesa del senatore sfuma in un nulla di fatto. Guido Castelli probabile commissario alla ricostruzione nel dopo-Legnini? L’indiscrezione cresce, s’increspa, tentenna, per tornare a farsi prepotente nel primo pomeriggio. Sì, alle 18 è in programma un Consiglio dei ministri: potrebbe essere il momento della svolta. Contrordine: l’eventuale nomina dipende da un Dpcm. Tradotto: è legato al filo d’un decreto del presidente del Consiglio. Per farla corta, decide direttamente Giorgia Meloni. Il borsino delle possibilità oscilla e s’innesta nella riflessione che segue: può essere un vantaggio avere un marchigiano alla guida della struttura dedicata alla rinascita post-terremoto. Francesco Acquaroli si mantiene in equilibrio: «Castelli? È una figura preparatissima, profondo conoscitore della vicenda legata alla ricostruzione, che ha affrontato da sindaco di Ascoli e da assessore a Palazzo Raffaello. Per noi può essere un valore aggiunto, senza nulla togliere a quanto fatto da Legnini».  


La transizione


Il governatore qui insinua l’ipotesi alternativa: «Ora però bisogna avviare una nuova fase e svolgere un’azione più territoriale, che incida non solo nella ricostruzione materiale, ma anche sullo sviluppo socio-economico delle comunità. Nelle Marche, che hanno tre province coinvolte con il 40% del territorio colpito dagli sconquassi della terra, il tema è fondamentale». Un’affermazione, questa, che ben si concilia con un altro dato, incontrovertibile: Giovanni Legnini, classe 1959, area Pd, che è stato vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, è in scadenza il 31 dicembre.

Con un corollario: la sua proroga scatterebbe in automatico e lo condurrebbe dritto fino al prossimo 14 febbraio. Senza strappi, né scossoni. C’è chi invoca un tempo di transizione, sei mesi, al massimo un anno, per arrivare alla formula-Acquaroli: decentrare sui territori. Una volontà che pare rafforzata persino da una nota fatta circolare dai deputati local&dem, Irene Manzi e Augusto Curti. «Da mesi - si esprimono a voce unica - richiamiamo l’attenzione del governo sulla necessità di stabilizzare il personale in servizio presso gli Uffici sisma degli Enti locali: l’esecutivo Draghi aveva proceduto a una prima tornata di stabilizzazioni fondamentali per accelerare le operazioni edilizie per la ricostruzione». La giornata scivola via così.


Le posizioni 


Cresce, s’increspa, tentenna, l’indiscrezione. La fascia tricolore di Ascoli Marco Fioravanti scommette sul suo concittadino: Castelli-commissario. Nelle file del Pd fanno il tifo per la proroga di Legnini. Voci in ordine sparso danno la Lega insofferente: rivendica più spazio per l’Umbria, dove governano, soprattutto dopo che a Fratelli d’Italia è andata anche la delega governativa alla ricostruzione, affidata alla sottosegretaria sambenedetese Lucia Albano, mentre Legnini è abruzzese. Certo, l’unica rappresentante della nostra regione nel governo Meloni che si occuperà del rilancio dei territori colpiti dal sisma e di dissesto idrogeologico per volere del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti stringe e costringe il campo. La deputata ne è convinta: «Le deleghe ricevute sono particolarmente importanti per le Marche, visti anche i tragici fatti di cronaca che ci riguardano da vicino». La giornata d’attesa sfuma, i giochi restano aperti. 

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