Balneari Marche, chiuso il tavolo. Cardinali (Cna): «Solo un terzo delle spiagge in concessione. In Italia non c’è scarsità di risorse»

Balneari Marche, chiuso il tavolo
Balneari Marche, chiuso il tavolo
di Véronique Angeletti
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Sabato 7 Ottobre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 11:30
ANCONA Solo il 33% circa delle aree demaniali delle coste italiane è in concessione, libere il 67% delle spiagge. È il dato approvato all’unanimità dal tavolo nazionale del settore balneare incaricato di definire i criteri per determinare la sussistenza o meno della scarsità della risorsa naturale disponibile. «Numeri - commenta la pesarese Sabina Cardinali, presidente di Cna Nazionale Balneari - che confermano quanto da sempre sostenuto dalla nostra associazione: ovvero che non c’è scarsità della risorsa e la conseguente non applicabilità della direttiva servizi per le attuali imprese». 


Parola al Governo


Spetta adesso al Governo procedere. Dopo un passaggio in Conferenza Unificata, si è impegnato a presentare, in via preliminare, l’esito dei criteri e dei lavori alla Commissione Europea. Ma il “presto che rischia di essere tardi” rimane sempre attuale. «Giovedì è stata una riunione lunga e molto impegnativa» commenta il sambenedettese Giuseppe Ricci che, come Presidente di Itb Italia è sempre stato convocato al tavolo tecnico consultivo istituito a maggio presso la Presidenza del Consiglio. «Al fianco di tutte le altre associazioni di categoria, c’erano i rappresentanti delle regioni e dei ministeri infrastrutture e trasporti, economia e finanze, imprese e made in Italy, ambiente e sicurezza energetica, turismo, protezione civile e politiche del mare, affari regionali e le autonomie ed affari europei, il tutto guidato egregiamente da Elisa Grande» chiosa Ricci. 


L’alternativa


«E’ dal 2006 - afferma soddisfatto - che mi batto contro la Bolkestein ed oggi mi trovo con dei dati che non tengono nemmeno conto delle coste dei fiumi e dei laghi e ci lasciano ancora più margini». Il che non gli ha impedito di suggerire di lavorare nel frattempo a una soluzione alternativa. «Proposta - confessa - del tutto scartata tanta è grande la fiducia nella tesi del governo». Per Mario Mandolini della Confartigianato Marche Balneari, se la notizia dà sollievo, tuttavia, non basta per tranquillizzare la categoria. «La conferma che siamo ben al di sotto del 50% delle aree libere non deve farci dimenticare che si prospetta la scadenza del 31 dicembre 2023 tuttora in vigore e che è impellente che, entro la fine dell’anno, il governo faccia i decreti legislativi e metta fine alle incertezze». Le regole Ue secondo le ultime decisioni del Consiglio di Stato costringono a nuove gare dal 1°gennaio 2024 mentre, nel decreto Milleproroghe, previsto il rinvio dopo il 2024. Problema al centro anche delle preoccupazioni del senigalliese Filippo Borioni, presidente per le Marche del sindacato libero Oasi Italia. «Serve un lavoro veloce da parte del Governo prima per negoziare in Europa, poi per fare una legge che metta al riparo le concessioni che scadono al 31 dicembre». 
 

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