Stabilimenti nella morsa della Bolkestein, nel 2024 scadono le concessioni e della mappatura del Governo non c'è traccia

Stabilimenti nella morsa della Bolkestein, nel 2024 scadono le concessioni e della mappatura del Governo non c'è traccia
Stabilimenti nella morsa della Bolkestein, nel 2024 scadono le concessioni e della mappatura del Governo non c'è traccia
di Veronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Settembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 07:26

ANCONA - Lo slittamento del quinto tavolo tecnico del 25 settembre preoccupa e molto gli imprenditori balneari. Niente data sostitutiva e non trapelano più informazioni sulla mappatura delle spiagge italiane, la strategia ideata dal Governo per impedire l’applicazione della direttiva Bolkestein e dimostrare che la concorrenza è possibile con la presenza di ampi spazi di costa inutilizzati. «Eppure il tempo stringe» ricorda la pesarese Sabina Cardinali, presidente nazionale Cna Balneari. «Capisco che l’Esecutivo deve affrontare mille emergenze, ma questa non è seconda a nessuna soprattutto adesso che la scadenza delle concessioni si avvicina». La deadline stabilita dal Milleproroghe che fissa al Parlamento e ai Comuni il termine per approvare nuove regole e avviare le procedure di gara, cade infatti nel 2024.


La data fatale


Una data fatale dove scadranno i titoli giuridici dei concessionari che, considerati occupanti abusivi di un bene demaniale, non potranno più continuare a gestire gli stabilimenti. «Scenario - prosegue Cardinali - che non subiremo dimostrando che proprio perché la risorsa non è scarsa è possibile l’entrata di nuove imprese e non giustifica l’applicazione della direttiva».

Ma il quadro generale rimane comunque a tinte fosche.


La scarsa dinamicità


Lo si nota dalla scarsa dinamicità del mercato delle compravendite. «I contratti per gestire gli stabilimenti - interviene Roberto Luzi della Phoenix Immobiliare di Grottammare - non sono un problema invece lo sono i contratti di vendita che non si perfezionano». Spiega che chi vende si propone al mercato con prezzi che tengono conto degli investimenti fatti dal proprietario sulla struttura mentre chi compra chiede ribassi su ribassi e non conclude con l’acquisto poiché teme l’applicazione della Bolkestein e quindi di trovarsi con un pugno di mosche.


L’occasione mancata


Inoltre, a rendere l’estate ancora più amara per l’imprenditoria del mare è stata la possibilità, quest’anno, di andare oltre la stagione, come consentito dalla Regione, ma nella pratica, neanche i più audaci sono stati messi in condizioni di farlo. Da una parte la giunta, tenendo conto di una stagione partita col piede storto tra le mareggiate di maggio e un mese di giugno non esaltante, ha cercato di prolungare l’estate fino al 1°ottobre avendo cura anche di ampliare il calendario dei monitoraggi e dei controlli della qualità igienico sanitario delle acque marine balneari. Dall’altro, la Capitaneria.


Un mese che Giuseppe Ricci dello Stella Marina a San Benedetto, presidente della Itb Italia, sfruttava da sempre mentre faceva il rimessaggio del suo chalet. Con una formula convincente: l’elioterapia, i bagni di sole. Formula morta la seconda domenica di settembre a causa delle attuali regole vigenti. «Purtroppo - spiega - senza il servizio di salvataggio in riva al mare, non era possibile autorizzare un cliente a stendersi su un lettino, a riposarsi un attimo al fresco di un ombrellone, a godere della spiaggia. Nemmeno avvertendo il cliente che la spiaggia era sprovvista di bagnino-soccorritore. Non ci è stata data un’alternativa dalla Capitaneria: abbiamo dovuto chiudere, ma sabato vengono degli avvocati per valutare la situazione». E ciò mentre in Toscana, i Comuni di Forte dei Marmi e di Viareggio hanno esteso l’apertura degli stabilimenti balneari fino al 5 novembre». Forse un’alternativa ci sarebbe: prevedere a bilancio i costi delle cooperative di soccorso e, quindi, aumentare i prezzi degli stabilimenti per settembre. Un paradosso. Si tratta del mese che proprio perché di bassa stagione attira un altro tipo di turismo, quello slow, più maturo, che girovaga dal mare ai monti, target delle politiche di destagionalizzazione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA