Montegranaro, papà Mario:
«Tre anni senza Francesco»

Montegranaro, papà Mario: «Tre anni senza Francesco»
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Venerdì 31 Marzo 2017, 09:42
MONTEGRANARO - Tre anni sono trascorsi da quando Francesco non c’è più. Quella data, il 31 marzo 2014, segna una linea di confine per la famiglia Croceri: c’è un prima e un dopo. Un prima sereno, tranquillo, un tran tran regolare, di una famiglia “normale”, e un dopo drammatico, fatto di lacrime e nottate insonni. Ma cosa resta davvero nel cuore dei sopravvissuti, dei genitori “mutilati” per la perdita prematura di un figlio? Com’è la vita dopo quell’attimo tragico in cui tutto cambia per sempre? 

«Sono passati tre anni, noi ricordiamo quella sera come fosse ieri - racconta Mario Croceri, papà di Francesco - Come ogni lunedì sera nostro figlio tornava alle 20,30 dalla lezione di scuola guida per la patente dell’auto, perché da lì a poco venivano tutti i suoi amici per trascorrere la serata insieme. Alle 20,45 dopo aver sentito due sirene dei mezzi di soccorso (stranamente mia moglie non le ha sentite) e dopo aver chiamato svariate volte al cellulare di Francesco, senza ricevere alcuna risposta, mi sono avviato con l’auto». A circa un chilometro da casa, la tragica scoperta. «Mi sono fermato perché, la strada era bloccata a causa di un incidente, avevo il cuore in gola. Sono sceso dall’auto e corso per vedere cosa fosse accaduto». La scena che si presenta davanti agli occhi di papà Mario è la più tragica. «Ho visto mio figlio sdraiato a terra - ricorda ancora oggi commovendosi -, gli stavano facendo il massaggio cardiaco, aveva gli occhi sbarrati al cielo, una immagine che non augurerei a nessun genitore di vedere. Quello che è successo a noi e come tantissime altre famiglie non rientra nella logica della vita. Nasci, cresci, invecchi e muori- riflette Mario - . Vedere un figlio morire prima del proprio genitore è un qualcosa di inaccettabile. Non so se esiste un disegno divino, non riesco ad essere particolarmente credente. Mi viene però più facile pensare che il mio Francesco, come tutti i giovani deceduti per incidente o per malattie incurabili, aveva il sacro santo diritto di vivere la propria vita terrena, di stare con gli amici, di vivere, innamorarsi, realizzarsi». 

Proprio oggi «sono tre anni che nostro figlio ha perso la vita per colpa di una persona irresponsabile, che guidava come se fosse in autodromo, tagliando le curve». Una perizia disposta dalla Procura di Fermo a seguito dello schianto, accertò in effetti che la colpa di quanto accaduto era da addebitarsi totalmente all’automobilista che travolse e uccise il diciottenne che era alla guida del suo scooter. «Tanti dicono che il tempo lenisce il dolore, ma quando mai! - prosegue Mario che con la moglie Sabina ha un’altra figlia, Angelica. I primi tempi «io e come mia moglie vedevamo le foto, i video di nostro figlio... Erano lacrime continue. Ora non ce la facciamo più». 

Francesco «era un ragazzo tranquillo, amato da tutti, responsabile. Da quattro anni guidava lo scooter, non aveva mai preso una multa, non era mai caduto, mai che prima di partire non si allacciasse il casco. Come genitori - prosegue Mario Croceri - ci ritenevamo fortunati, lo vedevamo felice, senza strane idee per la testa, contento della propria vita. Purtroppo, oltre alla morte, abbiamo dovuto vivere anche l’umiliazione del dopo, con un processo che non si è mai celebrato e la sua vita patteggiata con una pena ridicola e due mesi di sospensione della patente. Non bastava aver perso un figlio, abbiamo dovuto sopportare anche coloro che su questa morte hanno provato a lucrare, quelli che hanno festeggiato insieme a chi ha provocato la sua morte a due passi da casa nostra. Come cittadino sono rimasto profondamente deluso dalla giustizia italiana, dal giudice e dalla pubblica accusa per la mancata sospensione della patente all’assassino di mio figlio, legalmente dovuta, ma mai disposta dall’ autorità giudiziaria. Resta, dunque, sullo sfondo di questa triste vicenda una profonda amarezza e delusione. Ma noi non ci arrenderemo affinché chi ha sbagliato, paghi per gli errori».
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