Regionali Lazio, respinto ricorso lista Pdl
Lombardia, non ammessa la lista Formigoni

Roberto Formigoni e Renata Polverini
Roberto Formigoni e Renata Polverini
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Mercoledì 3 Marzo 2010, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:21
ROMA (3 marzo) - Il ricorso del Pdl per la riammissione della lista del partito nella provincia di Roma a sostegno della candidata Renata Polverini stato respinto. La lista Pdl Roma fuori dalle elezioni. Il ricorso stato respinto, ha annunciato il coordinatore regionale Pdl Lazio Vincenzo Piso. «Prendiamo atto della decisione dei giudici. Adesso il Pdl farà ricorso al Tar. Lì siamo fiduciosi che le cose andranno diversamente», commenta la Polverini. All'orgine della bocciatura il mancato rispetto dell'orario previsto per la presentazione delle liste. Respinto in Lombardia il ricorso di Formigoni contro l'esclusione del suo listino. Anche lì, annunciato il ricorso al Tar. Intanto il Pdl ha presentato stamattina il ricorso contro la non accettazione del Listino regionale di Renata Polverini. Polemiche dall'opposizione per un intervento del ministro Ignazio La Russa («da La Russa vaneggiamenti» dice Bersani) il quale replica: «fa ridere il finto allarmismo dell'opposizione». Al termine di un incontro a Palazzo Grazioli tra il premier i coordinatori del Pdl Ignazio La Russa e Denis Verdini è stato deciso di convocare per domani un ufficio di presidenza del Pdl. Tra le ipotesi per risolvere la situazione anche un decreto legge.



Napolitano: che pasticcio.... Con queste parole il presidente della Repubblica ha commentato l'intricata vicenda delle liste elettorali dopo l'incontro con i vertici delle istituzioni europee a Bruxelles. Secondo quanto apprende l'Ansa la linea del Quirinale rimane quella fissata nei giorni scorsi da una nota ufficiale, in cui si afferma che la competenza sulla questione è della magistratura.



Berlusconi: «Finirà che io mi occuperò del partito...». Il premier oggi non è intervenuto pubblicamente ma sembra che abbia deciso di tornare in piazza partecipando alla manifestazione pro Polverini a Roma di domani a piazza Farnese. In serata riunisce i coordinatori del partito. Il premier, riferisce all'Adnkronos un'autorevole esponente della maggioranza, è convinto che nel partito non si lavori bene e sarebbe tornato a diffidare dei partner della coalizione. Certo, alcuni non ci favoriscono, si sarebbe lamentato il presidente del Consiglio, facendo riferimento alle critiche di esponenti di spicco del centrodestra, a cominciare da Gianfranco Fini. Da qui l'intenzione del premier di riprendere in mano le redini del Pdl e tornare ad occuparsi di più e in prima persona del suo apparato organizzativo. Secondo il ragionamento di Berlusconi, i ricorsi respinti e l'accettazione della lista di disturbo a Cota in Piemonte, sarebbero la dimostrazione dell'intenzione di falsare queste elezioni con inevitabili e gravi conseguenze per la nostra democrazia. Per risolvere la situazione ci sarà anche l'ipotesi di un decreto.



Le motivazioni della bocciatura del ricorso Pdl Lazio. «Dalla ricostruzione dei fatti emerge agevolmente che alle ore 12 del 27 febbraio 2010, all'interno dell'area delimitata, ove sostavano coloro che potevano ancora presentare le liste, si trovavano in attesa 4 delegati, e fra questi non vi erano quelli del Pdl». È quanto rende noto la Corte d'Appello di Roma la quale ha spiegato che per giungere a questa conclusione ha esaminato tutti gli elementi compresi i verbali delle forze dell'ordine che attesterebbero il ritardo (la ricostruzione dei giudici).



Respinto il ricorso di Roberto Formigoni in Lombardia. La Corte d'Appello di Milano ha respinto il ricorso presentato dalla lista da lui guidata poiché «i termini per la presentazione delle liste previsti dal legislatore sono all'evidenza perentori». Il vice coordinatore regionale del Pdl, Massimo Corsaro, ha annunciato l'intenzione di ricorrere al Tar. «Adesso possiamo andare al vero e proprio secondo grado, che è il ricorso al Tar. Siamo assolutamente sereni delle nostre controdeduzioni perché supportate da una sentenza del Consiglio di Stato».



Formigoni: chiediamo verifica su ogni lista. «Chiediamo che venga fatta una verifica su tutte le liste» ha detto il presidente della Regione Lombardia in una conferenza stampa. «Non abbiamo nulla da nascondere - ha proseguito Formigoni - chiediamo il riconteggio firma per firma su tutti gli altri listini e liste già ritenuti validi».



I giudici di Milano: democrazia è rispetto della legge. L'esercizio dei diritti di partecipazione democratica «non può che svolgersi nel rispetto dei limiti e delle forme previste dalla legge», scrivono i giudici della Corte d'Appello di Milano. Richiamando un passaggio del ricorso i giudici spiegano che non si può dire «che le conclusioni raggiunte importino, al di là delle difficoltà materiali e sostanziali, un pregiudizio giuridicamente rilevante all'interesse pubblico ricollegato alla tutela della volontà manifestata dal corpo elettorale secondo i principi di democrazia e partecipazione costituzionalmente garantiti, nonchè il principio di conservazione dell'atto amministrativo, perché l'esercizio di tali diritti non può che svolgersi nel rispetto dei limiti e delle forme previste dalla legge».



Calderoli: serve risposta politica a furbi. «Voglio sentire al più presto Bossi e Berlusconi e poi decideremo perchè serve subito una risposta politica ai furbi che cercano le vittorie a tavolino» ha detto all'Ansa il ministro Roberto Calderoli interpellato sulle esclusioni delle liste in Lazio e Lombardia.



Il ricorso del Pdl sul Listino regionale di Renata Polverini.
Il vice coordinatore ed eurodeputato Alfredo Pallone (la mancanza della cui firma sulla documentazione aveva causato la non accettazione del Listino) ha spiegato che nel ricorso ci sono due rami di documentazione: la ratifica della sua firma e un documento nel quale viene espressa la tesi secondo la quale per la validità della presentazione, ai sensi di legge, sarebbe bastata anche solo la firma del procurato principale, cioè Vincenzo Piso.



Polverini: non ci escluderanno. «Una levataccia? Visto che non ci escluderanno, le faremo per tutto il mese»: con questa battuta Renata Polverini ha esternato ai giornalisti la propria fiducia in una soluzione positiva della vicenda che ha visto escluso il listino collegato alla sua candidatura.



Polverini e Alemanno da Fini e a Palazzo Chigi. A metà mattinata Polverini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sono stati mezz'ora a colloquio alla Camera con il presidente Gianfranco Fini. Poi si sono recati a Palazzo Chigi per un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.



«Ammessa la Lista civica Renata Polverini». La capolista a Roma della lista Mariella Zezza chiarisce che «la Lista civica Polverini è stata ammessa senza riserva nelle cinque province del Lazio dunque anche a Roma» e ha fatto sapere i suoi legali sono pronti a «valutare l'opportunità di presentare denuncia querela nei confronti di chiunque abbia diffuso affermazioni false e pretestuose» sulla mancata ammissione della lista civica Renata Polverini Presidente. «Per quanto riguarda la previa cancellazione di tre candidati - dice - è stata già presentata per due di loro idonea documentazione a sanatoria delle anomalie riscontrate. La terza candidatura invece non è stata perfezionata».



Pronto il ricorso al Tar. Se la Corte d'Appello dovesse rigettare il ricorso sull'esclusione del listino collegato ci sarà un ricorso al Tar, ha detto la Polverini a Sky Tg 24.



La Russa: se ci cacciano siamo pronti a tutto. «Non vorrei fare la parte dell'eversivo - ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa al Riformista e a Repubblica - ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto». Secondo il minsitro «a Roma i radicali hanno commesso un atto di violenza e il magistrato ci ha impedito di presentare le liste. Per non parlare di quelli del Pd...». Sul caso di Milano, La Russa replica a Umberto Bossi, che ha parlato di "dilettanti allo sbaraglio". «La Lega ci aveva garantito 500 firme a sostegno del listino di Roberto Formigoni - dice il ministro - Invece si sono presentati alle due di notte con 300 firme, di cui solo 30 autenticate».



Bersani: da La Russa vaneggiamenti. «Se presi sul serio, questi vaneggiamenti mi preoccuperebbero, specie se detti dal ministro della Difesa» commenta Pier Luigi Bersani, a margine del congresso della Uil. «A La Russa vorrei ricordare - ha proseguito Bersani - che in giro per l'Italia un sacco di altre liste sono state escluse, non solo le loro, e tutti hanno accettato le regole. Lo facciano anche loro e non sollevino polveroni».



Pannella: La Russa paleofascista. «Vorrei ricordare, non al paleo-fascista La Russa, ma a me stesso e ai cittadini italiani, che il Capo delle Forze Armate in Italia è il Presidente della Repubblica», commenta il leader radicale Marco Pannella.



Donadi: le parole di La Russa sono gravi ed inquietanti. Secondo il presidente dei deputati dell'Italia dei Valori Massimo Donadi «un ministro della Difesa non può usare quei toni minacciosi ed eversivi».



La replica del ministro: fa ridere il finto allarmismo dell'opposizione. «Mi viene da ridere - dice il ministro - nel leggere alcune dichiarazioni finto allarmistiche di chi vorrebbe che uno dei coordinatori del Pdl si rassegnasse alla ipotesi di una ingiusta esclusione delle liste a Roma e Milano...». «Ribadisco ciò che ho detto nella mia veste di coordinatore, ed è in questa veste che ho sempre parlato: non lasceremo nulla di intentato», tiene il punto.



«Le liste? Mi dovevano arrestare per fermarmi». Il ministro della Difesa spiega che, in qualità di parlamentare, avrebbe fatto di tutto pur di portare a casa le liste :«Mi avrebbero dovuto arrestare piuttosto che impedirmi di esercitare il mio legittimo diritto di presentare le liste...».



Bonino: ora non mi si chieda solidarietà.
«Ci battiamo da anni contro regolamenti elettorali burocratici a livello demenziale e antistorici - dice Emma Bonino - ma non mi si chieda ora solidarietà per sanare violazioni pacchiane di leggi che nessuno, a parte noi, ha combattuto finora».



I radicali presentano controdenuncia. E' stata depositata questa mattina, presso la Procura della Repubblica di Roma dall'avvocato Giuseppe Rossodivita, la denuncia per calunnia nei confronti di coloro che hanno sottoscritto per conto del Pdl la denuncia per violenza privata a carico dei militanti radicali.
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