Regionali al centrodestra: Lazio
Piemonte strappati al centrosinistra

Amuleti per la Polverini a Piazza del Popolo (Guido Montani - Ansa)
Amuleti per la Polverini a Piazza del Popolo (Guido Montani - Ansa)
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Lunedì 29 Marzo 2010, 14:38 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:23
ROMA (29 marzo) - Il centrodestra conquista anche Lazio e Piemonte e la Lega fa il pieno di voti al Nord. Il centrosinistra perde in tutto 4 governatori rispetto al 2005 (passano al Pdl anche Campania e Calabria) e la partita delle regionali finisce cos 7 a 6 dall'11 a 2 del 2005. Il centrodestra si conferma infatti con ampio margine in Lombardia e Veneto, mentre il Pd mantiene come previsto Puglia, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Basilicata e Liguria.



Lega in crescita al Nord. Il partito di Umberto Bossi sfonda al Nord e si attesta intorno al 13% su scala nazionale, secondo le proiezione Pragma Emg per la Rai. In Piemonte la Lega sale al 16,8%, in Veneto si attesta al 35,2% (contro il 24,7% del Pdl) e in Lombardia al 26,2%. Buona affermazione dei candidati sostenuti da Beppe Grillo, soprattutto in Emilia dove il movimento del comico genovese conquista il 6%, contribuendo alla sconfitta del centrosinistra.



Pdl in calo, Pd al 26%. Sempre in base alle proiezioni, Il Pdl si attesta intorno al 26,7%, in calo dal 32% delle europee del 2009 e dal 33% delle politiche del 2008. Il Pd si ferma invece al 26%, dal 26,6% delle europee e dal 34% delle politiche. L'Idv si attesta al 6,9% (7,8% alle europee e 4,3% alle politiche), mentre l'Udc al 5,8% (contro il 6,2% e il 5,3%).



Nel Lazio Renata Polverini del centrodestra dopo una battaglia all'ultimo voto vince con il 51,1% dei voti contro il 48,3% di Emma Bonino del centrosinistra.



Anche in Piemonte il candidato del centrodestra Roberto Cota (Lega) vince sul filo di lana con il 47,32%, mentre la presidente uscente Mercedes Bresso si ferma al 46,90%, un distacco di poco più di diecimila voti. La Bresso ha annunciato che chiederà il riconteggio dei voti.



In Puglia vince Nichi Vendola del centrosinistra con il 48,7% su Rocco Palese del Pdl (42,7%), mentre in Calabria Giuseppe Scopelliti del centrodestra con il 57,7% batte Agazio Loiero del centrosinistra (32,2%). In Campania Stefano Caldoro con il 54,2% si impone nettamente su Vincenzo De Luca del Pd (43%). Roberto Formigoni (Pdl) si conferma poi presidente della Lombardia con il 56,1% battendo Filippo Penati del Pd (33,3%). Luca Zaia (Lega) stravince in Veneto con il 60,2% (Giuseppe Bortolussi del centrosinistra si ferma al 29,1%). In Emilia Romagna, rispettando le previsioni della vigilia, vince Vasco Errani del Pd con il 52,1%, mentre la Bernini si ferma al 36,7%. Il centrosinistra si conferma anche con Enrico Rossi in Toscana con il 59,7% (Monica Faenzi del Pdl prende il 34,4) e Catiuscia Marini in Umbria (57,2% contro il 37,7% di Fiammetta Modena). In Liguria il governatore uscente Claudio Burlando sostenuto dal centrosinistra si impone con il 52,1% su Sandro Biasotti del centrodestra (47,8%). Gianmario Spacca del centrosinistra si conferma con il 53,1%% nelle Marche e Vito De Filippo (Pd) vince in Basilicata con il 60,8% su Nicola Pagliuca del Pdl (27,9%).



Crolla l'affluenza: un terzo degli elettori non ha votato. Mai nella storia della Repubblica, si è avuto un così scarso afflusso alle urne. Il dato definitivo fornito dal Viminale fissa i votanti al 64,22% (riguarda però solo le nove regioni di "competenza" del ministero dell'Interno: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata). Rispetto alle precedenti elezioni, quando aveva votato il 72,01% degli aventi diritto, si registra dunque un calo di quasi otto punti della partecipazione al voto. I dati relativi alle altre quattro regioni interessate dal voto non sono molto dissimili da quelli forniti dal Viminale, anche se si situano tutti e quattro al di sotto del 64%. In Toscana ha votato il 60,92%, nelle Marche il 62,82%, in Puglia il 63,17% e in Calabria il 59,25%. Forte anche il calo del Lazio, dove la diminuzione è stata superiore al 10% per cento: è andato alle urne il 64,1% degli aventi diritto al voto, contro il 75, 3% del 2005. A Roma i votanti sono scesi di 17 punti rispetto alle comunali del 2008 e di 13 sulle regionali del 2005.



Bossi: il successo della Lega uno tsunami. «Il Pdl è l'unico partito che ha resistito allo tsunami sollevato dalla Lega», ha commentato Umberto Bossi, sottolineando che «la Lega ha vinto». «Non ci sarà battaglia nel Pdl, è la sinistra che è andata a picco, è andata ko. Adesso facciamo le riforme», ha aggiunto. «Il problema per la sinistra è che è sparita al Nord. Hanno perso la loro gente, hanno perso il contatto con la gente. Sono spariti», ha aggiunto il leader della Lega.



Bersani: c'è stata inversione di tendenza. «L'inversione di tendenza c'è stata e lo si vede dal fatto che abbiamo conquistato la maggioranza delle regioni». È la valutazione che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani avrebbe fatto con i suoi. Il leader Pd, che non ha rilasciato dichiarazioni, ha anche evidenziato che per quanto riguarda il partito, il voto dimostra «che siamo avanzati» rispetto alle europee.



Di Pietro: ha vinto il centrodestra. «Questa tornata se la aggiudica il centrodestra», ha detto Antonio Di Pietro, ai microfoni di Porta a Porta. «È arrivato il momento di lanciare un'opa politica per il buon governo del 2013», ha detto ancora il leader dell'Idv, usando una metafora economica per invitare il Pd a un confronto «sulle cose da fare per creare una alternativa al governo Berlusconi». L'ex pm chiede poi a Bersani «pari dignità» e non dimentica che il Pd «ha perso molto tempo per flirtare con l'Udc. Deve tornare ad un matrimonio con una moglie ostica che sa usare e il mattarello come è l'Idv».



Casini: decisivi ovunque. «Siamo decisivi ovunque, dove abbiamo scelto i candidati migliori», ha sottolineato il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ai microfoni del Tg1. «Andremo avanti per la nostra strada, perché se si votasse domani, con questa destra populista e la sinistra in queste condizioni, porteremmo avanti il nostro progetto, perché il Paese ci chiede coerenza», ha aggiunto Casini, che ha espresso preoccupazione per il sensibile dato sull'astensionismo: «Dimostra che la nostra analisi sul bipolarismo trova conferma: la gente è infatti disamorata e non va a votare, con una campagna elettorale di questo tipo. A destra prevale la Lega, con un successo travolgente. La sua egemonia inciderà - secondo Casini - ancor più sul governo, mentre Di Pietro e i grillini metteranno in crisi il Pd».
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