Intercettazioni, il Pd a Fini: alla Camera
in aula a settembre, sarà un Vietnam

Manifestazone contro la legge bavaglio a Montecitorio (foto Guido Montani - Ansa)
Manifestazone contro la legge bavaglio a Montecitorio (foto Guido Montani - Ansa)
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Venerdì 11 Giugno 2010, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:32
ROMA (11 giugno) - Cresce la protesta contro il ddl intercettazioni su cui ieri il governo ha incassato la fiducia. Bagarre al Senato durante la votazione, con i senatori del Pd usciti dall'Aula per protesta («un massacro della libertà»), mentre quelli dell'Idv hanno occupato l'emiciclo. Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha assicurato resistenza permanente e un referendum contro la "legge bavaglio". Nella notte sit-in di protesta del popolo viola davanti a Montecitorio.



Il provvedimento approvato ieri dal Senato limita l'utilizzo delle intercettazioni, introduce una serie di divieti sulla pubblicazione delle conversazioni telefoniche raccolte nel corso delle indagini e istituisce sanzioni e multe per editori e giornalisti. Gli atti delle indagini in corso potranno inoltre essere pubblicati solo per riassunto.



Le proteste di giornalisti ed editori. La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) ha annunciato ieri un giorno di black out per il 9 luglio (lo sciopero coinciderà però con la giornata finale di discussione del ddl, quindi se non sarà il 9 luglio la data verrà cambiata). Contro il disegno ddl l'Ordine nazionale dei giornalisti invoca oggi «il dovere della disobbedienza civile», mentre l'Unione nazionale cronisti italiani chiede lo "sciopero generale immediato contro l'attacco alla democrazia". Per la Federazione italiana ditori giornali (Fieg) il ddl ha semplicemente un effetto intimidatorio.



La Commissione Ue si è detta oggi «molto vigile» su quanto sta accadendo in Italia sul fronte del contestato provvedimento sulle intercettazioni. «La Commissione Europea - ha detto un portavoce - non commenta bozze di provvedimento, ma è chiaro che siamo molto vigili su qualsiasi situazione che possa creare problemi».



Il Pd annuncia battaglia: alla Camera «sarà un Vietnam», ha detto il vicesegretario Enrico Letta». E il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, assicura che il Pd «non accetterà forzature sui tempi» e sui regolamenti della Camera, i quali impongono che il disegno di legge arrivi in aula «non prima di settembre». Franceschini ha annunciato che scriverà una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini e alla presidente della commissione Giustizia, Giulia Buongiorno, per formalizzare queste sue richieste. «Il calendario di giugno e quello trimestrale - ha sottolineato Franceschini - sono stati già approvati, e noi siamo contrari a cambiarlo; a questo punto lo può modificare solo una decisione monocratica del presidente Fini».



«Proseguiamo la nostra battaglia alla Camera, senza se e senza ma, contro una legge liberticida come il ddl intercettazioni. Siamo pronti a fare tutta l'opposizione possibile per impedire che muoia la democrazia e che il paese cada in mano a bande di criminali impuniti travestiti da uomini dello Stato», ha affermato il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.



Alfano: sinistra demagogica. «La sinistra pratica tecniche dilatorie e metodi perditempo che hanno un solo scopo: ignorare il diritto alla riservatezza e alla privacy dei cittadini. Per la sinistra, l'art. 15 della Costituzione, semplicemente, non esiste - replica il ministro della Giustizia Angelino Alfano - Noi, invece, vogliamo difendere 'l'inviolabilità della libertà e della riservatezza delle comunicazioni personali, senza impedire le indagini, né la pubblicazione dei fatti. Continuiamo a sperareche la sinistra si ravveda e riscopra l'articolo 15 della Costituzione e che - come fa il Governo - difenda il diritto alla privacy di decine di milioni di cittadini che non sono difesi da alcuna lobby e il cui diritto alla riservatezza sarà tutelato dal Governo e dalla maggioranza».



Prodi: la democrazia respira male. «Sono preoccupatissimo. La prima pagina vuota di Repubblica esprime anche lo stato del mio animo», ha commentato Romano Prodi durante un videoforum a Repubblica Tv. L'ex presidente del Consiglio ha parlato di un «tentativo di controllare il Paese. Io sono personalmente molto molto preoccupato perché è la democrazia che entra in sofferenza, che respira male».



Casini: legge da cambiare. «È un pessimo inizio e va cambiata alla Camera di tutto punto». È Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera e leader dell'Udc, a margine del convegno dei giovani imprenditori a commentare così il ddl sulle intercettazioni su cui il governo ha posto la fiducia al Senato. «Il nostro è un paese che ha mille problemi, è già lacerato e noi lo dividiamo ancora con un intento buono , quello di tutelare la privacy, ma che produce un effetto concreto: di rendere difficile ai magistrati le indagini contro i delinquenti ed i malfattori ed impedire che la stampa ne parli».



Bondi: Paese più civile e moderno. «Deve essere chiaro che la campagna mediatica e politica in corso, tanto più schiacciante quanto più lontana dal senso comune dei cittadini, tradisce la nostra Costituzione, contrasta con i principi fondamentali del liberalismo accettati in tutto il mondo democratico e occidentale, ha lo scopo di mantenere una delle anomalie più vergognose in vigore solo in Italia», ha affermato Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. «Dopo l'approvazione della legge che disciplina l'uso delle intercettazioni siamo un Paese più moderno, più civile e più europeo», ha concluso.



«Se questo testo verrà promulgato, i cittadini devono sapere che sarà a rischio la loro sicurezza, e mi sembra una bella contraddizione tra ciò che questa maggioranza ha sempre sostenuto, e cioè di voler mettere al centro dei propri programmi la sicurezza, e quanto di concreto sta facendo, rendendo inutili le intercettazioni, che sono uno strumento indispensabile per la lotta alla criminalità», ha detto Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano, che sottolinea in una intervista alla Stampa: «Tutti i criminali trarranno vantaggio da questa legge».
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