Detenuto incappucciato, denudato e picchiato con calci e pugni dalla polizia penitenziaria: la tortura nei video di sorveglianza

I video delle telecamere interne hanno documentato il pestaggio e sono finiti agli atti dell'inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di 10 agenti, otto dei quali sono accusati di tortura

Detenuto incappucciato, denudato e picchiato con calci e pugni dalla polizia penitenziaria: la tortura nei video di sorveglianza
Detenuto incappucciato, denudato e picchiato con calci e pugni dalla polizia penitenziaria: la tortura nei video di sorveglianza
di Redazione Web
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 14:49

Il 3 aprile del 2023 in un corridoio di un carcere italiano, l'istituto di Reggio Emilia, degli agenti della polizia penitenziaria hanno incappucciato un 40enne detenuto tunisino con un federa, per poi metterlo pancia a terra con uno sgambetto. Da lì partono pugni sul volto e sul costato, viene calpestato con gli scarponi, trattenuto alcuni minuti per braccia e gambe. Poi, denudato e sollevato di peso, sempre col cappuccio in testa, viene trascinato di nuovo in cella.

L'intero pestaggio è stato documentato dai video delle telecamere interne, finiti agli atti dell'inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di 10 agenti, otto dei quali sono accusati di tortura. 

La vicenda

La pm della Procura di Reggio Emilia, Maria Rita Pantani, ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci agenti di polizia penitenziaria accusati, a vario titolo, di tortura, lesioni e falso. L'udienza preliminare è stata fissata per il 14 marzo davanti alla Gup Silvia Guareschi.

L'indagine conclusa si riferisce a quanto avvenuto il 3 aprile 2023 e in otto sono accusati di tortura e lesioni per aver incappucciato con una federa stretta al collo, sgambettato, denudato e picchiato con calci e pugni, anche quando era in terra, e calpestato un detenuto tunisino.

Nella seconda fase del pestaggio il detenuto fu portato in cella, nuovamente picchiato e lasciato completamente nudo dalla cintola in giù per oltre un'ora, malgrado nel frattempo si fosse ferito e sanguinasse.

A luglio scattarono anche dieci misure interdittive disposte dal Gip Luca Ramponi che definì il comportamento dei poliziotti, nell'ordinanza, «brutale, feroce e assolutamente sproporzionato». Otto di loro sono attualmente sottoposti a misura cautelare.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Federico De Belvis, Alessandro Conti, Nicola Tria, Luigi Marinelli, Sinuhe Cucuraci e Carlo De Stavola, la vittima dall'avvocato Luca Sebastiani. Tre, due viceispettori e un assistente capo, rispondono di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale per aver attestato circostanze false nelle relazioni di servizio, al fine di ottenere l'impunità. Il comportamento è stato ricostruito anche grazie alle immagini delle telecamere interne al carcere.

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