PESARO Giorni difficili alla casa circondariale di Villa Fastiggi: un detenuto è morto, colto da malore in cella, ed è stata disposta l’autopsia. Una giovane donna è stata salvata da un tentativo di suicidio nella giornata di Pasqua, ma la stessa è poi stata ricoverata nei giorni successivi in ospedale per essersi sentita male ed è tuttora in osservazione. Il tutto sullo sfondo di una realtà in cui si rimarca il sovraffollamento (Pesaro e Ancona sono i casus belli delle Marche: Villa Fastiggi accoglie 245 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 153 posti) mentre alcuni familiari dell’associazione Sbarre di Zucchero rimarcano la necessità «di una vita in carcere dignitosa».
Che cosa è successo
Il dramma sventato risale al pomeriggio di Pasqua quando una donna, di origini straniere, ha cercato di togliersi la vita in bagno utilizzando il reggiseno come cappio da stringersi attorno al collo.
Due episodi e l'appello dei familiari
Questi due episodi concomitanti hanno spinto alcuni familiari di detenuti ospiti di Villa Fastiggi e che fanno parte dell’associazione Sbarre di Zucchero a scrivere «perchè dentro le carceri italiane possano vivere da carcerati ma in maniera dignitosa» non dimenticando «che ci sono anche persone innocenti tra loro, e persone che sono state poco fortunate nella vita».
Sbarre di Zucchero è un movimento nato ad agosto del 2022, che si occupa della sensibilizzazione a favore di tutte le tematiche inerenti i detenuti, soprattutto di sesso femminile. Attualmente fanno parte del sodalizio, oltre ai familiari di chi è in carcere, anche attivisti: attraverso la voce e le testimonianze di coloro che vivono la realtà detentiva ogni giorno (garanti, volontari, avvocati, ex detenuti) il movimento si impegna ad accendere i riflettori su quella che è la vita in stato di coercizione «in modo che nessuno si senta abbandonato ed affinché il carcere possa essere davvero quello strumento funzionale ad assolvere la prescrizione richiamata nell'art. 27, comma III, della Carta Costituzionale».