San Benedetto, la sabbia come letto dimora dei clochard: la preoccupazione della Caritas e l’allarme del vescovo

San Benedetto, la sabbia come letto dimora dei clochard: la preoccupazione della Caritas e l’allarme del vescovo
San Benedetto, la sabbia come letto dimora dei clochard: la preoccupazione della Caritas e l’allarme del vescovo
di Marco Braccetti
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Giovedì 14 Marzo 2024, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 18:17

SAN BENEDETTO Un giaciglio sulla sabbia. Due scarpe nere. Sono di un uomo avvolto dalle coperte, a pochi centimetri dai mucchi di sedimenti che si stanno accumulando per ripulire la spiaggia, in vista della bella stagione. A completare il quadro: una bottiglia d’acqua, una busta di plastica con dentro l’essenziale per andare avanti. Questa immagine, scattata in settimana in zona Ex Camping, mette sotto gli occhi di tutti il dramma sociale dei senza fissa dimora. L’arenile come materasso in questi ultimi scampoli d’inverno.

Il panorama

Una situazione che, purtroppo, si ripete sempre più spesso anche a San Benedetto.

Il grido di preoccupazione era stato lanciato già anni fa dai concessionari di spiaggia che vegliano sula costa anche nei mesi non turistici. Tant’è che l’associazione Itb-Italia aveva anche promosso una raccolta-fondi a favore della Caritas diocesana durante una delle ultime festività natalizie. Nelle parole del presidente Itb, Giuseppe Ricci, la stretta al cuore nel trovarsi davanti a persone sistemate all’addiaccio, vicino al freddo Adriatico invernale: «Il quadro che ci troviamo davanti denota quanto sia grave la crisi sociale ed economica che il nostro Paese sta attraversando. Penso che ognuno di noi sia chiamato a fare qualcosa di concreto per alleviare certe sofferenze». La struttura diocesana di via Madonna della Pietà 111 (zona Ponterotto) dal 2020 ha al suo interno dei dormitori, realizzati nell’ambito di un progetto “La casa di Lazzaro”. Certo, si può fare ancora molto, anche perché i numeri dei senza fissa dimora sono, purtroppo, sempre più alti dei posti a disposizione. Ma, occorre ricordarlo: ci sono clochard che preferiscono non recarsi in questi centri d’accoglienza. In tali circostanze, dunque, ogni mano tesa risulta inutile verso chi non vuole aggrapparvisi. Comunque sia, il tema è sempre di una certa attualità. «I poveri sono tra di noi - ha detto più volte il vescovo, monsignor Carlo Bresciani - quelli che vediamo e quelli che non vediamo. Quelli che non vediamo perché non vogliamo vedere e quelli che non vediamo perché la nostra disattenzione e la preoccupazione per le incombenze quotidiane non ci permettono di vedere. Ma qui in questo luogo noi li vediamo, li vediamo che vengono a bussare. La Casa di Lazzaro, quindi, è segno di una sollecitudine, di un’attenzione a dare dignità, per quanto possibile».

L’appello

Poche settimane fa, il Servizio vestiario della Caritas ha lanciato un appello alla generosità. Servono: lenzuola e federe, coperte, indumenti uomo-donna (anche intimo), asciugamani e calzini. Questo sportello è operativo il martedì ed il giovedì, dalle ore 9 alle 12. Per info (anche WhatsApp) 0735-588785. In media, il Servizio vestiario conta più di 2mila accessi all’anno.

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